Leonardo3 a rischio chiusura, i silenzi di Sala e Scavuzzo
La singolare assenza di intervento della giunta sulla situazione del Museo
Anna Scavuzzo
Perché il sindaco di Milano Beppe Sala non interviene personalmente sulla vicenda del Museo Leonardo3 che rischia la chiusura della sua sede in Galleria Vittorio Emanuele II, lato piazza della Scala?
I silenzi di Sala e della sua giunta
Perché il suo silenzio e quello della sua vice Anna Scavuzzo, da qualche giorno depositaria delle robuste deleghe già in capo a Giancarlo Tancredi, dimessosi dopo il terremoto giudiziario che ha investito il “modello Milano”, compresa quella della Rigenerazione urbana oltre l’Urbanistica? Non intervengono e temono di parlare con la stampa di questa vicenda anche le terze linee della giunta Sala che il Pd di Elly Schlein vuole mantenere in vita.
Negli scorsi giorni si sono rifiutati alla stampa locale che voleva intervistarli anche gli assessori alle Risorse finanziarie Emmanuel Conte e quello alla Cultura Tommaso Sacchi, che è poi quello istituzionalmente titolato a dire la sua su una vicenda che invece l’amministrazione Sala da un paio di anni vuole rinchiudere nel recinto della burocrazia, della competenza tecnico-amministrativa degli uffici comunali.
Leonardo3 a rischio chiusura
Il Museo Leonardo3, situato in Galleria Vittorio Emanuele II, lato piazza della Scala, rischia la chiusura per una intricatissima controversia giuridico-amministrativa legata alla concessione degli spazi, che sono di proprietà comunale. La struttura, attiva come mostra permanente dal 2013 e diventata museo dal 2023, accoglie circa 270mila-280mila visitatori l’anno (un record nel 2024), con oltre 2-5 milioni di ingressi complessivi in un decennio.
È uno dei musei più visitati di Milano, interamente autofinanziato, e vanta un comitato scientifico di alto profilo guidato da Martin Kemp, massimo esperto di Leonardo. Un museo non da poco, ove l’innovazione e la riproduzione in scala 1:1 dei modelli originari di Leonardo da Vinci attirano ogni giorno scolaresche e turisti.
La lunga controversia del Museo
Il problema nasce da un contenzioso tra il Comune di Milano e la società concessionaria degli spazi, accusata di aver subconcesso i locali a Leonardo3 senza autorizzazione, violando così il contratto originale.
Nel 2023, dopo dieci anni di incondizionato patrocinio del Comune, mentre in città avanza prepotentemente il “modello Milano” dei grattacieli ma non solo, il Demanio ha cambiato interpretazione del rapporto contrattuale, sostenendo che si trattava di una subconcessione illegittima.
Lo sfratto
A luglio 2024, il Comune ha pensato bene di revocare la concessione alla società, mettendo a rischio anche la permanenza del museo, che occupa gli stessi locali. L’ordinanza di sfratto era prevista per il 18 novembre 2024, ma il Tar della Lombardia ha sospeso il provvedimento.
Lo sciopero della fame
E nel frattempo il direttore del museo, Massimiliano Lisa, è dovuto passare allo sciopero della fame per sensibilizzare l’opinione pubblica e per dare la sveglia a Sala e alla sua giunta dopo essersi rivolto al presidente della Repubblica, alla premier, al ministro della Cultura, al presidente della Regione Lombardia.
Una petizione ha raccolto 13mila adesioni e Kemp – storico dell’arte ed esperto a livello mondiale di Leonardo da Vinci nonché professore emerito del Trinity College di Oxford, da tre anni supervisore scientifico del Museo, si dice esterrefatto per il prestigio di Leonardo3 oggi messo a rischio.
Sala e Scavuzzo non ricevono Lisa
Lisa – una circostanza che rivela il disinteresse dell’attuale giunta per il valore della cultura così egregiamente promosso da Leonardo3 – non è mai riuscito a parlare con Sala o con l’amministrazione. E teme che, così come avvenuto finora, il potere delle “carte” sopravanzi il senso e il significato di questa esperienza oggi messa a rischio nel cuore di Milano.
L’appetito della movida
Si parla, in proposito, di un prossimo bando cui – le voci sono sempre più ricorrenti e le rilancia lo stesso direttore Lisa – potrebbero concorrere specialmente gli imprenditori della movida. Nessuna notizia certa che il bando potrà definire dei paletti, infatti, per impedire che laddove finora avviene il trasferimento della cultura e del genio di Leonardo a centinaia di migliaia di persone, sia allestito il dee jay set di una discoteca.
Baldaccini vuole i locali?
I rumors più pressanti portano tutti a individuare in Anna Scavuzzo la persona che determinerà il futuro dei locali che ora occupa il Museo dedicato a Leonardo. Milanese, 49 anni, è da sempre fedelissima di Sala, già sua vice da subito nel 2016 e riconfermata nel 2021, passata in questi anni a quadruplicare il suo consenso elettorale. Confiderebbe nel suo imprimatur per aspirare ai locali Alberto Baldaccini, già titolare della discoteca Hollywood di Corso Como segnata nel 2008 – ne era effettivo proprietario il padre Giorgio – da una vicenda che registrò come nei suoi privé corresse con eccessiva facilità la cocaina.
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