Attualità

Leone XIV-Mattarella – “Fede, diplomazia e impegno per la pace”

di Andrea Canali -


Si può ritenere sicuramente di rito, ma parimenti importante, la prima visita di Stato, tenutasi il 6 giugno, tra il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ed il Santo Padre, Leone XIV.

A circa un mese di distanza dalla Santa messa di inizio pontificato di Prevost, tale incontro diplomatico, che si è svolto presso la Segreteria di Stato vaticana conferma, ancora una volta, le buone relazioni esistenti tra i due Stati. Ovviamente, i temi trattati sono di carattere internazionale; con particolare attenzione ai conflitti in corso in Ucraina e in Medio Oriente.

Nel prosieguo del dialogo sono stati affrontati anche aspetti di carattere sociale, con riferimento al ruolo della Chiesa nella vita del nostro Paese. In questo modo, la Santa Sede si è espressa in maniera di gran lunga positiva rispetto a tale incontro, il quale è continuato con il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato. Come da procedura, vi è stato lo scambio di omaggi dove il Pontefice ha donato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il Messaggio per la Pace 2025 di Bergoglio.

Nell’accogliere tale dono, il Presidente Mattarella ha ricordato di avere reso omaggio alla tomba di Papa Francesco a Santa Maria Maggiore il giorno prima del conclave. E tal proposito, il Presidente della Repubblica Italiana ha contraccambiato donando a Leone XIV due volumi del Cinquecento, tra i quali una Vita di Sant’Agostino. In merito allo svolgimento della memorabile giornata, il Capo dello Stato Italiano è arrivato in Vaticano intorno alle 8.45, accompagnato dalla figlia Laura. Insieme a Mattarella c’erano i consiglieri del Quirinale e il Segretario Generale del Colle, Ugo Zampetti. Nella delegazione italiana erano presenti anche il ministro degli Esteri, nonché vice premier, Antonio Tajani. Ad accoglierli nel cortile di San Damaso, dove per l’occasione è stata allestita una composizione di fiori tricolore ed intonato l’Inno di Mameli assieme all’Inno Vaticano, è stato il reggente della prefettura della Casa pontificia, monsignor Leonardo Sapienza.

A titolo di curiosità ricordiamo che l’ultima visita ufficiale in Vaticano del Presidente della Repubblica risale a 2 anni fa: era il 29 maggio 2023 quando Papa Francesco consegnò a Mattarella il Premio Paolo VI per il suo servizio al bene comune in una politica ispirata ai valori cristiani. Il Santo Padre ha evidenziato a Mattarella che ancora oggi: “Gravi attacchi sono in atto in tante parti del pianeta e colpiscono, in modo drammatico, diritti umani fondamentali”.

Tale monito, importante e condiviso, ha fatto da apripista ad un altro evento anch’esso sicuramente da ricordare, che consiste nel Giubileo della Santa Sede il quale, svoltosi il 9 giugno scorso dove, nonostante un sole intenso, il Papa si fa pellegrino parimenti ai tanti fedeli che vengono a Roma per effettuare il cammino della Porta Santa. In particolare Leone XIV, dall’Aula Nervi nella quale si è svolta l’udienza, ha ascoltato con interesse e partecipazione la riflessione di Suor Maria Gloria Riva delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento.

Successivamente, viene consegnata al Papa, da una giovane, una Croce del Giubileo; il tutto mentre egli si reca verso la Basilica di San Pietro con al seguito i Cardinali, i Vescovi, i sacerdoti e il personale laico. Il tragitto è ben definito: egli accede a Piazza San Pietro passando per Piazza dei Protomartiri Romani, dopo di che, passando per l’Arco delle Campane e salendo il sacrato attraverso i suoi gradini, è entrato nella Basilica per poi varcare, con una emozione unica, la Porta Santa. Tutto questo ha rappresentato un momento unico e significativo di un pontificato il quale, fin dall’elezione, ha iniziato a tracciare il suo stile e il suo messaggio forte e chiaro: ripudio e condanna di tutte le guerre, con il richiamo al rispetto del diritto umanitario che dovrebbe essere tutelato e protetto da tutti gli Stati e da tutti i popoli, nessuno escluso, se veramente si vuole raggiungere l’agognata pace.


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