Attualità

L’esempio di Acutis il primo santo dei Millennials

di Andrea Canali -


Si può ritenere innegabile che nella società attuale super tecnologica e accelerata ci sia bisogno di modelli positivi se non da emulare perlomeno da cui prendere spunto. Oggi, che non va quasi più di moda essere un santo come condotta anzi lo schema di vita del terzo millennio sembrerebbe arido e superficiale, orientato in modo esasperato all’apparire e non all’essere, come non parlare di Carlo Acutis, che sarà fatto Santo e patrono di Internet. Questo ragazzo meraviglioso e semplice amante dell’informatica, il quale già in tenera età scriveva sul suo quaderno di voler essere sempre unito a Gesù, aggiungendo che quello «era il suo programma di vita». I genitori del ragazzino di origini milanesi erano piuttosto meravigliati da quella predisposizione per la spiritualità emersa all’interno di una famiglia che si può considerare ovviamente cattolica ma normale, anzi non particolarmente praticante. Nato nel 1991 e vissuto a Milano, dove ha frequentato le scuole dei Gesuiti, Carlo è morto a causa di una leucemia crudele e fulminante nel 2006, lasciando dietro di se oltre al dolore immenso e allo stupore per una perdita così ingiusta e prematura, anche la speranza di tanti esempi, opere, ma anche scritti dai quali emerge una eccezionale vita protesa verso la santità. Papa Francesco dopo averlo fatto beato circa due anni fa (era il 2020) ha annunciato di volerlo santificare, molto probabilmente durante il prossimo Giubileo. Sarà fondamentale, pertanto, il decreto per il riconoscimento del miracolo necessario alla canonizzazione che avverrà in San Pietro. Nella fattispecie, è stata posta in essere dopo due avvenuti miracoli e in particolar modo si può considerare significativa la guarigione scientificamente inspiegabile, studiata da una apposita commissione medica in Vaticano e dovuta alla intercessione del beato Acutis, che riguarda una ragazza del Costa Rica, studentessa in Italia, operata per un trauma cranico dovuto a un incidente. Le sue condizioni erano gravi se non disperate, ma ora invece è guarita definitivamente. Inoltre, altro miracolo attributo a Carlo Acutis, quello della guarigione di Matheus, un bambino brasiliano di sei anni affetto di una rara anomalia congenita del pancreas, scoperta nel 2012, che avrebbe potuto essere corretta solo con un’operazione chirurgica. Invece il bambino Matheus guarì inspiegabilmente dopo aver toccato una reliquia di Carlo Acutis durante una cerimonia religiosa nella chiesa brasiliana di San Sebastiano. Nello specifico, si trattava di un pezzo del pigiama macchiato di sangue con cui egli aveva dormito poco prima di morire all’età di 15 anni il 12 ottobre 2006. La guarigione “istantanea, completa e duratura” è stata ritenuta appunto inspiegabile dalla Consulta Medica della Congregazione delle cause dei santi. Acutis, come tutti gli adolescenti della sua generazione, nati nell’era digitale, era considerato un piccolo genio dei computer; trascorreva, infatti, molto tempo nella sua stanza a studiare l’informatica. Un giorno comunicò di avere messo a punto un programma da usare per diffondere il culto dell’eucarestia, il Vangelo, la figura di Gesù. In pratica si inventò una mostra virtuale su tutti i miracoli eucaristici che sono avvenuti nella storia della Chiesa. Dopo la sua morte il progetto venne ripreso e realizzato in un sito e utilizzato a sostegno della causa di beatificazione, girando di diocesi in diocesi, da una parte all’altra del pianeta in santuari mariani come Fatima, Lourdes e Guadalupe. Egli è il primo santo dei Millennials. Tanto che, negli anni, Papa Francesco lo ha più volte citato nei suoi discorsi e, nell’esortazione apostolica “Christus vivit”, lo ha proposto ai giovani come un esempio di santità dell’era digitale. Il ragazzo definiva l’eucarestia “la mia autostrada per il Cielo”. La sua vita era quella di un normale adolescente, ma aiutava i poveri e andava ogni giorno a messa, con particolare devozione alla Madonna e a San Francesco. Infatti è sepolto a pieno titolo e a pieno merito proprio ad Assisi.


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