Politica

L’esercito di Giorgia

di Edoardo Sirignano -

GIORGIA MELONI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO


Il centrodestra vince il primo turno delle amministrative. Le gufate non bastano a fermare la luna di miele di Giorgia. La coalizione conservatrice conquista Latina e mantiene Imperia, Treviso e Sondrio. I ballottaggi saranno un’altra partita, ma certamente sbaglia chi parla di somma algebrica tra i voti del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle. I contendenti, al contrario, partiranno dai medesimi blocchi di partenza.

La conferma di Giorgia

Una cosa è certa, Fratelli d’Italia si conferma motore della coalizione. Basta guardare cosa è accaduto nel Lazio. Matilde Celentano, la cui vittoria era quasi scontata dopo il commissariamento dell’amministrazione di centrosinistra, è una fedelissima della premier. Il partito di Giorgia prende quasi il trenta per cento in una città, che a parte la breve parentesi progressista, conferma l’indiscussa storia di destra. Il vento blu non si ferma al centro. Basta guardare il sorprendente 17 per cento ottenuto a Pisa e Terni o il quasi 19 per cento di Ancona, dove il team di Palazzo Chigi rischia di espugnare una storica roccaforte rossa. Nel nord dello stivale, caso simbolico da analizzare, invece, è Sondrio, dove FdI sorpassa gli alleati del Carroccio. A vincere qui, però, è soprattutto il candidato alla fascia tricolore Marco Scaramellini. Medesimo ragionamento vale per Imperia dove riesce a spuntarla, ancora una volta, l’immortale Claudio Scajola contro quella sinistra che lo definiva “impresentabile”. L’ex ministro, infatti, batte il poliziotto che aveva indagato su di lui. Non si vedono simboli. A dividersi il bottino due compagini senza colori. La lista ufficiale della Lega deve accontentarsi del 6 per cento. Anche nella roccaforte verde Treviso, la civica di Mario Conte arriva davanti a quella voluta dal segretario della forza che ha come riferimento Alberto da Giussano. Le note positive per Matteo, però, arrivano dai piccoli centri. Le conferme, a queste latitudini, per il titolare del dicastero che si occupa di Infrastrutture, sono importanti. Forza Italia, invece, può gioire per Brindisi. Nella cittadina pugliese è il soggetto politico più votato della coalizione e il cammino per il berlusconiano Giuseppe Marchionna, almeno per il momento, sembra essere in discesa. L’unico errore per quanto riguarda la compattezza della coalizione sembra essere soltanto quello di Massa. Un centrodestra unito poteva tranquillamente vincere al primo turno.

Le reazioni

Veritiere, analizzando con scrupolosità i dati, sono dunque le parole di Giorgia Meloni, che parla appunto di conferma per il governo. Se la super-istituzionale premier, in Islanda per il Consiglio d’Europa, non si sbilancia su FdI, esprime piena soddisfazione per il dato delle amministrative il capogruppo Tommaso Foti. “Cresciamo – dichiara all’Adnkronos – in modo vertiginoso rispetto a cinque anni fa, sia nelle percentuali che nel numero degli eletti”. Nonostante dati non eclatanti, si dichiara soddisfatto anche il vicepremier del Carroccio Matteo Salvini: “Quello delle amministrative è anche un giudizio sul governo, che è positivo. Da segretario della Lega e da ministro sono assolutamente contento. Abbiamo sei nuovi sindaci in Veneto e venti nuovi primi cittadini in tutta Italia”. Per gli azzurri, poi, a intervenire è il titolare della Farnesina Antonio Tajani: “Forza Italia – sostiene – è molto soddisfatta del risultato elettorale. Il centrodestra ha vinto al primo turno in importanti Comuni e in altri piccoli e medi. Adesso lavoriamo per il ballottaggio”. Finanche i centristi dell’Udc non si dichiarano sconfitti. “Sventola in alto la bandiera dello scudocrociato in questo primo turno alle amministrative, da Nord a Sud – sottolinea il presidente del partito Antonio De Poli”.

Buoni propositi

Una cosa è certa, il centrodestra non farà peggio di cinque anni fa nei capoluoghi di provincia chiamati al voto, mentre nell’unico di regione, Ancona, ha tutte le carte in regola per giocarsela. La coalizione di governo dovrebbe, quindi, confermare il risultato del 2018. Per arrivare all’8 a 4 dell’ultima tornata, servono solo altre quattro vittorie. Una, però, è già in tasca. A Terni, infatti, sarà ballottaggio tra il candidato dei conservatori Orlando Maselli e il presidente della Ternana Calcio Stefano Bandecchi. Restano fuori Pd e Movimento. Per bissare, pertanto, il risultato della scorsa tornata (escludendo la cittadina umbra, dove nei fatti già andrà un filogovernativo) basterà solo prendersi tre su sei caselle in gioco. Un’impresa sicuramente alla portata per chi oggi è a Palazzo Chigi. A Massa, ad esempio, basterà che il partito della premier, andato da solo, sosterrà il candidato di Forza Italia e Lega. La somma algebrica tra i voti del Pd e del M5S, su cui sperano i progressisti, non è affatto una certezza in politica. Ecco perché la luna di miele di Giorgia non può considerarsi terminata e per l’intera coalizione, comunque andrà al secondo turno, non è certamente una caduta. Anzi! L’exploit mancato è quello del Pd, che si riconferma a Brescia e Teramo, ma non riesce a dare quel di più in cui sperava Elly. Le amministrative sono una partita a sé, ma nelle comunali la sinistra ha sempre avuto una marcia in più. Qualcosa stavolta, dunque, non ha funzionato. Qualora dovesse salvare le fortezze rosse della Toscana e la storica roccaforte progressista di Ancona, certamente è sbagliato parlare di vittoria.


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