L’esplosione che ha coinvolto la Flotilla risuona a Montecitorio
Le opposizioni chiedono al governo delucidazioni su quanto accaduto
Che alla ripresa dei lavori parlamentari la missione della Global Sumud Flotilla avrebbe scatenato una discussione politica anche nelle sedi istituzionali era praticamente già scritto. A scommetterci si sarebbe vinto poco o nulla. Alle volte però ci si mette il diavolo e il caso ha voluto che la prima seduta dopo la pausa estiva in Aula alla Camera avesse luogo proprio nel giorno in cui su un’imbarcazione della Flotilla – e non su una caso, ma proprio sulla Family Boat, quella con a bordo Greta Thunberg – si è verificata un’esplosione mentre si trovava in acque tunisine. La dinamica di quanto accaduto non è chiara: gli attivisti denunciano di essere stati attaccati da un drone, mentre per le autorità di Tunisi non sarebbe così. Di certo, come si evince con estrema chiarezza da alcuni video registrati da videocamere poste su altre imbarcazioni, la Family Boat è stata bersagliata da qualcosa piovuto dal cielo.
La reazione dell’opposizione
L’eco dell’incidente, o meglio, dell’attacco è risuonata nell’Aula di Montecitorio, dove prima dell’avvio dei lavori all’ordine del giorno hanno preso la parola esponenti di Pd, Avs e Movimento 5 Stelle per chiedere che la premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani riferiscano in Parlamento sull’accaduto, oltre che per stigmatizzare un episodio decisamente preoccupante. In verità, le richieste dell’opposizione non si limitano a questo. Da più parti è giunto l’invito al governo a fare luce sull’attacco subito dalla Flotilla e a chiarire se ci sia lo zampino di Israele. A tal fine, il titolare della Farnesina è stato inviato a convocare l’ambasciatore israeliano in Italia per chiarire se dietro l’oggetto volante piombato sulla Family Boat ci sia o meno lo zampino di Tel Aviv. Il ministro degli Esteri, dal canto suo, evita di replicare direttamente alle richieste dell’opposizione, preferendo ribadire la posizione del governo, già espressa anche da Giorgia Meloni nella lettera dal tono marcatamente istituzionale inviata alla segretaria del Pd Elly Schlein, in merito alla missione della Global Sumud Flotilla. “Avevamo detto che il modo migliore e più sicuro per portare era quello di utilizzare le vie ordinarie”, ricorda Tajani, aggiungendo che è evidente che la Flotilla “i rischi ci sono” e che il governo non può fare altro se non garantire il consueto sostegno fornito agli italiani all’estero qualora i nostri connazionali imbarcati dovessero avere problemi “quando e se arriveranno in territorio israeliano”. Peccato che gli aiuti siano diretti a Gaza che non fa parte del territorio israeliano, si fa notare da più parti.
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