Politica

Letta, insulti a Meloni. Ecco i sessisti del Pd

di Edoardo Sirignano -


Il segretario dem sulla leader Fdi: “Si incipria”. La risposta: è misoginia I dem puntano su Cottarelli e imbarcano nomi pop: la Cucchi e Soumahoro

Letta si rivela tutt’altro che femminista. Il segretario dei dem utilizza parole, che una volta avrebbero indignato e non poco la sinistra che lo sostiene. “È evidente che la Meloni – dichiara – sta cercando di cambiare immagine, di riposizionarsi e di incipriarsi. Mi sembra, però, complicato. Se i punti di riferimento sono Orban, sono esattamente l’opposto di quello che dice”. Il ragionamento politico ci potrebbe anche stare, ma non certamente il riferimento al “trucco”, che se proveniente da una qualsiasi voce di destra avrebbe indignato e non poco la Bindi di turno.La leader di Fratelli d’Italia, quindi, non ci sta e definisce “misogino” quanto pronunciato dal numero uno del Nazareno: “Al netto dell’idea secondo la quale una donna dovrebbe essere attenta solo a trucchi e borsette, non ho bisogno della cipria per essere credibile. Non accettiamo lezioni da chi si erge a paladino dell’atlantismo, ma poi stringe patti con la sinistra radicale nostalgica dell’Urss. Voi non riuscireste a coprire le vostre contraddizioni neanche con lo stucco”.Letta, nella tanto discussa conferenza, infatti, aveva accusato l’avversaria di avere due facce: “C’è differenza – aveva rimarcato – tra l’intervista rilasciata a Panorama e il decalogo per la candidata di Vox. Spero non si faccia un discorso per il pubblico spagnolo e uno per quello italiano”.La strategia del centrosinistra, quindi, è alzare i toni del dibattito per recuperare uno svantaggio, che secondo i sondaggi cresce giorno dopo giorno. Il panico regna sempre più a quelle latitudini e dopo Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, anche Stefano Fassina, deputato di Liberi e Uguali, chiede a Letta di riesumare un Conte, che allo stato non ha alcuna intenzione di tornare nel campo progressista. “C’è ancora tempo, poco, molto poco per provare a definire un’alleanza tra Pd e Movimento. È l’unica strada per portare alla contendibilità decine di collegi uninominali sopratutto al Sud e al Centro e tenere in piedi, almeno potenzialmente, una prospettiva politica per le prossime amministrative”.L’appello, però, non non trova d’accordo chi teme che la coalizione sia sbilanciata troppo a sinistra. In bilico l’accordo con lo stesso Di Maio, contrario a qualsiasi tipo di relazione con gli ex compagni 5 Stelle. Impegno Civico, per il momento, è solo a parole nel campo largo. Non è un caso che l’ufficialità, attesa da giorni, tarda ad arrivare. Ecco perché il il Pd prova a distrarre l’opinione pubblica con la presentazione della lista, prevista nel pomeriggio a Roma.Il primo nome a essere svelato è quello di Carlo Cottarelli, ex direttore del dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale . Sarà candidato sia nell’uninominale che nel proporzionale. Nessuna spaccatura, quindi, per un profilo che trova la massima convergenza anche oltre i confini della coalizione. Lo stesso Calenda, considerato da qualche giorno a quelle latitudini “il traditore”, ritiene la sua discesa in campo “una cosa positiva per il Paese”.“Queste politiche – sono le prime parole dell’economista che nel 2018 ha ricevuto l’incarico da Mattarella per formare un governo ad interim che avrebbe portato l’Italia verso nuove elezioni – rappresentano un bivio. Si confrontano due visioni del mondo, una progressista e l’altra conservatrice. Entrambe legittime, ma diverse”.Altra novità, poi, la nuova discesa in campo tra le file di Verdi e Si di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, giovane ucciso nel 2009 mentre era in custodia cautelare, ormai simbolo indiscusso del garantismo. L’attivista già aveva tentato l’ingresso in Parlamento nel 2018 con Rivoluzione Civile. Il movimento, guidato da Antonio Ingroia, però, non superò il 4 per cento e quindi il tentativo fallì.Altra new entry Aboubakar Soumahoro, ivoriano noto per le battaglie in difesa degli ultimi. “In una politica impazzita in cui l’ego imperversa – spiega Angelo Bonelli, segretario dei Verdi – rovesciamo l’ordine delle cose per mettere al primo posto chi da venti anni è dalla parte delle persone invisibili, senza voce e senza volto della filiera agroalimentare”.


Torna alle notizie in home