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L’Eurosfida dei migranti: la linea Meloni a Bruxelles

di Eleonora Ciaffoloni -

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Oggi e domani a Bruxelles i capi di Stato e di governo europei si riuniscono per un Consiglio Ue che sarà fondamentale. Sul tavolo sono molteplici e importanti le questioni: dagli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina – compresa la rivolta della Wagner -, la difesa comune, ma anche la situazione economica tra innalzamento dei tassi e Mes, fino alla più spinosa questione della gestione dei flussi migratori. Una questione, quest’ultima, che rappresenta una priorità per il nostro Paese, non solo per il coinvolgimento diretto sul Mediterraneo, ma anche perché continua ad essere motivo di scontri e divisioni tra i membri Ue. Questione che è stata anche al centro dell’ultimo bilaterale tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron, in cui si era palesata l’idea di una intesa tra Roma e Parigi.

LA LINEA MELONI
La partita vera di questo Consiglio Ue è quindi l’immigrazione. La premier Giorgia Meloni prima della partenza per il Belgio ha rivolto la propria attenzione, parlando in Camera e Senato nella giornata di ieri, proprio su questo tema ha assicurato che il nostro Paese porterà agli altri leader europei una linea chiara, su cui ci sarebbe la convergenza dei Paesi mediterranei, tra cui la Francia.
Seppur, conferma la premier, si cominciano a vedere passi in avanti in Europa – “Finalmente è stato riconosciuto che l’immigrazione è una sfida europea e richiede risposte europee. E se non si affronta a monte il tema è impossibile realizzare una politica di immigrazione giusta ed efficace” ha dichiarato – è necessario continuare a mantenere alta l’attenzione sul tema. Lo sguardo della premier va anche e soprattutto sui Paesi d’origine e di transito della sponda del Mediterraneo, per cui, dice: “Servono risorse adeguate” e serve un “approccio di cui è pioniere il nostro piano Mattei”. Piano con obiettivo ambizioso, ma chiaro.

Per Meloni “serve uno sviluppo paritario e non predatorio” in questi Paesi, con una strategia che va a guardare alla “stabilità della Tunisia” che è “fondamentale per il Mediterraneo e per l’Europa”. Difatti, è proprio dal Paese sull’altra sponda del Mediterraneo da cui partono – provenienti da tutta l’Africa – migliaia di persone. Su questo, la presidente ci tiene a ricordare che: “Nelle missioni del 6 e dell’11 giugno mi sono impegnata perché l’Europa mantenesse alta l’attenzione. Il lavoro continua in queste ore per giungere a un pacchetto europeo a sostegno di Tunisi”, che oggi si auspica di presentare al Consiglio Ue. Un impegno che riguarda anche la parte che sulla tratta ci guadagna, quindi gli scafisti: “Non possiamo lasciare a loro il potere di chi entra o no in Europa” e per questo in sede di discussione “ci sarà totale impegno per stroncare il tragico traffico delle vite che genera queste tragedie”. La tratta, come si è purtroppo riscontrato, genera morte, ma anche un problema umanitario: dall’inizio dell’anno nel nostro Paese sono sbarcate all’incirca 60mila persone e su questo Meloni è chiara: “Non avrei mai accettato di essere pagata per trasformare l’Italia nel campo profughi”.
Per questo rimane fondamentale “un fondo per difendere i confini esteri, non per gestire l’immigrazione illegale ma per contrastarla”. Proprio su questo punto, si parla di poter intervenire concretamente sul bilancio pluriennale europeo a sostegno delle politiche migratorie, anche se rimangono contrari alcuni membri, come l’Ungheria di Orban. L’obiettivo, quindi, è (anche) sconfiggere le resistenze.

DIFESA COMUNE
Tuttavia, sul tavolo – come da oltre un anno a questa parte – rimane centrale la questione ucraina. L’Ue compatta rimane a fianco di Kiev per rispondere all’aggressione russa, con il sostegno che continuerà sia dal punto di vista economico, che di armamenti. Ma non solo aiuti: al Consiglio Ue si parlerà anche di ricostruzione e, soprattutto, di difesa. Centrale, quindi la questione della sicurezza e il progetto di una Difesa comune, così come si discuterà della cooperazione tra Unione europea e Nato in vista del prossimo vertice dell’Alleanza Atlantica che si terrà a Vilnius il prossimo 11 e il 12 luglio. I leader cercheranno probabilmente di fare passi in avanti, e per farlo riprenderanno in mano anche la dichiarazione di Versailles che fa da guida sulle capacità di difesa dell’Europa e definisce le azioni necessarie per preservare e proteggere i cittadini Ue. Due giorni pieni e intensi che potrebbero definire in modo pregnante più di una questione, su cui l’Italia potrà dure la sua.


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