Politica

Leva obbligatoria? Crosetto-Salvini divisi all’Adunata

di Ivano Tolettini -


Il tema è divisivo da sempre. Quello del ripristino della leva obbligatoria inattiva dal 1 gennaio 2005 . Puntuale il botta e risposta è arrivato tra il ministro della Difesa, Guido Crosetto, e il collega alle Infrastrutture, Matteo Salvini, domenica all’Adunata nazionale degli alpini dei record, la numero 95, celebrata a Vicenza. Sono state mezzo milione le persone nella tre giorni della storica kermesse di solidarietà che hanno preso d’assalto la Città del Palladio, dove nella giornata di domenica sono sfilate 100 mila tra penne nere e simpatizzanti dalle 9 alle 22.30 ininterrottamente, in una cornice di folla in festa impressionante. Un serpentone umano che non ha precedenti nella quasi secolare manifestazione il cui slogan quest’anno era “il sogno di pace degli alpini”. Di servizio di leva, visto anche il clima di guerra che si respira nell’Est europeo dopo l’aggressione della Russia all’Ucraina del 24 febbraio 2002, sul palco delle autorità in viale Roma era inevitabile che si riparlasse. Era successo gli anni scorsi e l’esito più o meno era stato lo stesso.
Vuoi perché il tema del ritorno alla cosiddetta “naja” solletica quella parte dell’opinione pubblica nordestina legata alla tradizione alpina, vuoi perché tra meno di un mese si andrà alle urne per rinnovare il parlamento Europeo, dunque era quasi scontato che l’argomento tornasse d’attualità. Così come era scontata la distanza tra il responsabile del ministero Crosetto e il leader leghista Salvini, il quale ha bisogno di recuperare terreno dopo che taluni sondaggi lo relegano a terzo posto tra i partiti della coalizione di governo, superato da Forza Italia. “Domenica ero a Vicenza per l’adunata degli alpini – afferma ieri Salvini dal cantiere della Tv di Verona – ed è una proposta bellissima dell’associazione nazionale alpini quella di ripristinare la leva. Sei mesi in cui non si educano i ragazzi alla guerra o alla morte, ma alla vita, allo spegnimento di incendi, al pronto soccorso, al salvataggio in mare e alla protezione civile”. Salvini insiste sul fatto che “i nostri militari professionali vanno nel mondo a garantire i diritti, però c’è bisogno di una grande operazione di educazione civica, una mini leva universale o servizio civile che riguarda uomini e donne, dai 18 anni in su”. Musica per le orecchie dei vertici dell’Ana, a cominciare dal presidente Sebastiano Favero, anche perché l’associazione sta progressivamente invecchiando mancando il ricambio generazionale rappresentato dai giovani che terminata la naja si iscrivevano all’Ana e innervavano così una missione di volontariato per il resto della vita. A Salvini ha risposto a stretto giro di intervista Crosetto, che è andato nel concreto senza vellicare facili entusiasmi. “Le forze armate – analizza – non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani, cosa che deve essere fatta dalla famiglia e dalla scuola. Le forze armate servono per addestrare professionisti, che difendono le istituzioni e la pace. Il servizio civile universale non è una cosa che riguarda le forze armate”. La replica puntuta del ministro Crosetto chiude la porta al progetto di un ritorno della leva obbligatoria per attività svolte dai giovani a favore della comunità. Il ministro ribadisce che “il servizio civile universale non è una cosa che riguarda le forze armate”. Del resto, le difficoltà principali per il ripristino della leva obbligatoria sono di natura finanziaria e infrastrutturale. Come ricordava il generale Francesco Figliuolo, grande esperto di logistica, parlando ai Lions dell’Alto Vicentino e rispondendo alla domanda di un socio, bisognerebbe costruire nuove caserme perché non ce ne sono più di idonee, tenuto conto che ci dovrebbero essere anche le sezioni femminili, per accogliere centinaia di migliaia di giovani, oltre che sarebbe necessario assumere migliaia di medici militari visto che quelli in servizio non sono sufficienti per le attuali esigenze. Non si saprebbe neppure come reclutarli. Soltanto questi due fattori, considerando i costi miliardari del ripristino delle leva che fanno a pugni con le esigenze di bilancio della Repubblica, rendono al momento l’ipotesi suggestiva e praticamente di impossibile attuazione. “La Lega ha presentato un progetto di legge per reintrodurre una leva universale di 6 mesi per ragazzi e ragazze, su base regionale”, osserva Salvini. Ma c’è chi gli ribatte, come il Pd, che è una “boutade elettorale”.


Torna alle notizie in home