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L’ex ad di Milano-Cortina torchiato per 9 ore sui contratti del figlio di La Russa e della nipote di Draghi: Assunzioni decise da me in autonomia

di Angelo Vitale -

Vincenzo Novari, ex ad Milano-Cortina


Una durata che può essere paragonata agli interrogatori-fiume dell’epoca di Tangentopoli: ha risposto e si è difeso per 9 ore Vincenzo Novari, ex manager (ex ad, ndr) della Fondazione Milano-Cortina indagato dalla Procura della Repubblica di Milano nell’inchiesta sulla corruzione e sulla turbativa d’asta che ha originato il terremoto che ha colpito giorni fa la Fondazione. Assistito dagli avvocati Nerio Diodà ed Elena Vedani, ha fornito – da quanto trapelato – alcuni chiarimenti sui temi al centro delle perquisizioni della scorsa settimana.

Per i pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis e la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano (che ha assistito solo in parte all’interrogatorio) sono tre gli affidamenti “opachi”, ma il sospetto riguarda anche altre procedure adottate per la scelta di fornitori e sponsor in campo digitale e per alcune assunzioni di dipendenti della Fondazione chiamata a gestire i Giochi del 2026. Presunte irregolarità sugli appalti dei servizi digitali alla Fondazione che sarebbero avvenuti quando Novari era amministratore delegato.

Non solo. Secondo la Procura il manager avrebbe nominato – su pressioni di un amico – l’ex dirigente Massimiliano Zuco (anche lui indagato) e anche nell’assunzione di alcuni dipendenti avrebbe favorito volti a lui noti. L’interrogatorio, sospeso intorno alle ore 20.15 per una breve pausa, è appena ricominciato e secondo indiscrezioni potrebbe durare ancora almeno un paio di ore.

Per la difesa, nessuna corruzione e assunzioni decise senza pressioni. Dal primo pomeriggio fino alla tarda serata di ieri, in un ufficio al sesto piano del Palazzo di Giustizia, il manager indagato – assistito dagli avvocati Nerio Diodà ed Elena Vedani -, ha fornito spiegazioni ai titolari dell’inchiesta sui Giochi invernali del 2026.

Nel mirino degli inquirenti, che procedono per i reati di corruzione e turbativa d’asta sull’inchiesta relativa alla Milano-Cortina, sono tre, in particolare, i contratti “opachi” nel settore dei servizi digitali rispetto ai quali, durante l’interrogatorio, Novari ribadisce “la correttezza”, così come rimarca di non aver favorito l’imprenditore Luca Tomassini (anche lui indagato) e spiega la scelta “esclusivamente professionale” sull’assunzione dell’ex dirigente Massimiliano Zuco e su altri nomi noti su cui si concentrano i sospetti degli inquirenti.

“Nessuno gli ha mai imposto di assumere nessuno, Novari ha dichiarato di aver dato l’incarico di selezionare i numerosissimi curricula”, ‘segnalati’ dalla politica o dagli imprenditori, “ma di aver scelto senza pressioni” spiega il difensore Diodà. I nomi, risuonati ieri sera nella stanza al sesto piano, sono quelli già circolati sulla stampa: tra gli altri ci sono il secondogenito del presidente del Senato, Lorenzo Cochis La Russa, assunto a 25 anni come junior event manager, la nipote dell’ex premier Mario Draghi, Livia, ingaggiata come capo dei contenuti video. E tra le assunzioni ritenute sospette anche quelle di amici di vecchia data. Sul personale “decideva lui, da solo, perché aveva la delega riguardo alle risorse umane”, ha concluso il legale dell’ex ad di Milano-Cortina.




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