Politica

L’ex ministra Erika Stefani “Il vincolo solidaristico rimarrà inalterato”

di Ivano Tolettini -


“È un primo passaggio importante verso l’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione sul regionalismo differenziato. L’approdo al Consiglio dei ministri del disegno di legge delineato da Roberto Calderoli, uno che conosce come pochi la materia, è una cornice per arrivare in un secondo momento all’attribuzione delle competenze. Il tutto in un quadro di unitarietà del Paese. Non ci sarà alcuna spaccatura, ne sono convinta, anzi è una grande opportunità di crescita anche per il Sud”. L’ex ministra leghista per gli Affari regionali, Erika Stefani, ha sempre sostenuto che l’ostacolo principale alla realizzazione dell’autonomia è di tipo politico-ideologico.
Per questo chiedeva alla premier Giorgia Meloni quel coraggio per riformare davvero il Paese?
Certo perché già nella primavera 2019, con il primo governo Conte, eravamo a un passo. Ero pronta a portare la legge in Consiglio dei ministri. Ne ero convinta, poi il M5S fece saltare tutto perché mancò la volontà politica e culturale di avviare un profondo percorso riformatore”.
Gli scogli comunque non mancheranno neanche adesso.
Il fatto stesso che per i Livelli essenziali delle prestazioni, cioè i Lep, si sia decisa una strada più graduale, e non quella di un anno, testimonia l’attenzione che il governo vuole dare ai territori. Sono dell’avviso che com’è congegnata l’autonomia non sarà contro i territori”.
Nella bozza, però, si legge che i Lep saranno determinati con uno o più decreti del presidente del Consiglio.
Fissare i fabbisogni e i costi standard dei servizi con una soglia minima di garanzia per i cittadini di tutte le aree, perché questo sono in sostanza i Lep, è un passaggio nodale che va eseguito con pragmatismo valutando la specificità delle regioni. Invece, leggendo le prese di posizioni dei presidenti di Regione del Sud che appartengono all’opposizione e di autorevoli rappresentanti della minoranza, leggo molto ideologismo pregiudiziale. La riforma, se ben fatta e condivisa, renderà più forte il nostro Paese. Nessuno vuole romperlo”.
La fissazione dei Lep, però, è un passaggio molto delicato.
Certo, ma lo spirito della riforma non è quello di attribuire più risorse a un territorio a danno di un altro, ma di consentire di elevare il livello delle prestazioni dei servizi per tutti erogandoli a un costo dato. Crescerà tutto il Paese nello spirito di cui è garante il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che è sempre stato una guida illuminata. Vogliamo un’Italia più efficiente senza lasciare indietro nessuno.
Il timore, legittimo, della parte più svantaggiata del Paese è che il divario si ampli anziché assottigliarsi. E che il Nord diventi ancora più forte.

Ma il principio solidaristico della Costituzione non viene scalfito. Rimane. Siamo tutti italiani da Bolzano a Trapani. La riforma prevede adeguate compensazioni prima di entrare a regime. È anche una sfida per l’intero apparato burocratico, e come ogni sfida è un’occasione da cogliere per tutti. L’autonomia migliorerà l’Italia.

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