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Lgbt Qatar

di Redazione -


di Fabrizio Marrazzo

Quella dei mondiali in Qatar poteva essere un’occasione tanto bella quanto importante per alzare finalmente la voce ed accendere i riflettori sulle persecuzioni delle persone LGBT+, che avvengono ancora oggi, purtroppo, in molti Paesi del mondo.
Il Qatar, infatti, punisce le persone LGBT+ con 7 anni di reclusione e, inoltre, sono numerose le dichiarazioni di persone arrestate, come riporta l’associazione Human Right Watch, che raccontano di violenze e maltrattamenti da parte delle forze dell’ordine, che vengono coperte dal Governo del Qatar.
I cittadini italiani finanzieranno tutto questo con il denaro pubblico.
Infatti, la Rai ha speso circa 200 milioni di euro per avere i diritti televisivi delle partite, in cui tra l’altro non sarà presente neanche la nostra squadra, in quanto non classificatasi.
Inoltre, viene da chiedersi come sia possibile che 4 anni fa, nel 2018, siano stati spesi circa 80 milioni di euro (meno della metà rispetto ai mondiali di quest’anno) per quelli tenutosi in Russia.
In questi giorni sono numerose le proteste e i tentativi di boicottaggio dell’evento che si stanno verificando, ma i successi sono davvero minimi e ad oggi non risulta esserci alcuna evidente compromissione dei Mondiali, ma anzi un rafforzamento della censura; apprendiamo, infatti, che i giocatori di Inghilterra, Galles e altre squadre Europee non potranno portare la fascia Arcobaleno “OneLove”, in sostegno ai diritti civili per donne ed LGBT+, perché la Fifa andrebbe a squalificarli.
Ricordiamo, inoltre, che la Fifa ha tra i suoi obiettivi quello di garantire l’inclusione e la lotta alle discriminazioni, ma probabilmente ha altri interessi da tutelare che reputa prioritari, rispetto ai diritti civili…ma stia pur certa che noi, di qualsiasi suo tentativo futuro di “pinkwashing” ce ne ricorderemo sicuramente.
Un’iniziativa vincente, invece, potrebbe essere quella di rinunciare a diritti Tv, pagati da noi contribuenti tramite la Rai, non finanziando così più la morte delle persone LGBT+; oppure, nel caso in cui non si avesse il coraggio di fare ciò, si potrebbero almeno mandare in onda i Mondiali, ma intermezzati da spot televisivi di stampo informativo, che mostrino realmente gli scempi che il Qatar commette sulla pelle delle persone LGBT+, magari anche con gli spot contro l’omobitransfobia già prodotti dai precedenti governi, compreso quello del 2010 in cui Meloni era già Ministra.
Infatti, Giorgia Meloni il 17 maggio 2021, giornata mondiale contro l’omofobia, dichiarava, citando il Qatar: “Continueremo a batterci perché l’Italia e la Ue condannino apertamente e prendano le distanze dagli Stati che hanno nel loro ordinamento il reato di omosessualità“. Ad oggi l’attuale Presidente del Consiglio non si è esposta a riguardo; si è già rimangiata tutto? Per questo Le chiediamo di seguire il nostro suggerimento mostrando coerenza, da parte di un premier che quotidianamente rivendica la sue posizioni.


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