Esteri

Libano, Hezbollah perde la maggioranza. Nessun governo stabile all’orizzonte

Il partito di Dio e i suoi alleati non superano la soglia di 65 parlamentari. Determinante l’affermazione del partito cristiano filo-saudita di Samir Geagea

di Davide Romano -


I dati ufficiali confermano quello che appariva già chiaro dai primi spogli: Hezbollah e i suoi alleati non hanno i numeri per formare una nuova maggioranza di governo. I seggi conquistati dal partito filo-iraniano e dai suoi alleati sarebbero 62, ben 9 in meno rispetto ai 71 della coalizione formatasi dopo le elezioni del 2018. Il Parlamento di Beirut è composto da 128 deputati (con quote prestabilite riservate ad ogni confessione religiosa) e per avere una maggioranza servono almeno 65 parlamentari. Secondo i dati diffusi dal ministero dell’Interno libanese il partito guidato da Hassan Nasrallah in realtà non ha perso consensi, anzi, si è perfino rafforzato nelle sue roccaforti storiche. Così come accaduto all’altro importante partito sciita Amal.
Perde invece consensi il principale alleato di Hezbollah, il Movimento patriottico libero guidato da Michel Aoun, che scende da 20 a 17 seggi. A vincere tra i cristiani maroniti è Forze Libanesi di Samir GeaGea con 19 poltrone. Questo è forse il dato politico più rilevante, visto che quello che è ormai il principale partito cristiano maronita è stato finanziato da Stati Uniti e Arabia Saudita proprio in funzione anti-Aoun e per impedire al suo alleato Hezbollah di andare al governo. In più occasioni Samir GeaGea ha chiesto ai paesi del Golfo di tornare ad investire in Libano, facendo capire chiaramente di voler riportare il Paese dei cedri sotto l’influenza di Riad allontanandolo da Teheran.
Altro dato rilevante è l’elezione di 12-13 deputati della società civile, riconducibili alle proteste anti-governative del 2019. Difficilmente però questa dozzina di eletti riuscirà a fare fronte comune e i deputati “riformisti” finiranno per essere riassorbiti dai vari gruppi politico-religiosi di appartenenza. Dunque lo scenario più probabile in Libano resta quello di una paralisi politica, visto che all’orizzonte non si riescono a individuare possibili maggioranze alternative a quella che ha guidato il Paese negli ultimi anni.


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