Attualità

LIBERALMENTE CORRETTO – Quelle strane regole delle municipalizzate

di Michele Gelardi -

Un momento della conferenza stampa 'AMA al servizio della città' per illustrare dati, interventi e strategie per i prossimi mesi di raccolta e smaltimento rifiuti, presso lo stabilimento Ama di Tor Pagnotta, Roma, 04 agosto 2023. ANSA/ANGELO CARCONI


Può funzionare bene la gestione di un servizio con le caratteristiche che seguono? Il fruitore/consumatore deve pagare il prezzo in ogni caso, a prescindere che il servizio sia o meno soddisfacente; il gestore esercita la sua attività in condizioni di monopolio, ha la certezza della proroga sine die della titolarità dell’appalto affidato, non ha obbligo di rendiconto e impiega capitali altrui nell’esercizio dell’attività; il soggetto che dovrebbe controllare la gestione del servizio è socio del gestore. In queste condizioni, è evidente che manca l’antagonismo contrattuale domanda/offerta, alla base del bilanciamento degli interessi, giacché una delle parti non può esprimere in alcun modo la sua volontà e far valere le sue ragioni; inoltre l’eventuale controllo è assolutamente inefficace, anzi nullo in radice, giacché controllore e controllato formano una sola parte del rapporto economico-giuridico gestore/fruitore. Ne deriva una risposta scontata: l’architettura giuridica del rapporto è perfettamente funzionale alla mala gestio, perché non è minimamente tutelato l’interesse al buon andamento e all’efficienza del servizio.
In queste condizioni, ci stupiamo che a Palermo sia in corso l’ennesima emergenza “monnezza” e la città sia sommersa da montagne di rifiuti maleodoranti, posto che il servizio di raccolta è affidato a un’azienda municipalizzata? E ci stupiamo che le più grandi e popolose città italiane siano in condizioni similari, oggi sì e domani pure, con l’eccezione di qualche rarissima pausa che l’emergenza si concede per spossatezza? La regola è data dall’emergenza e l’eccezione risiede nella pausa, dovuta a una misteriosa congiuntura astrale. Magari tra poco una di queste congiunture sorriderà pure a Palermo e l’emergenza si prenderà una pausa. I fedeli ringrazieranno Santa Rosalia, mentre politici e sindacalisti non lo faranno, ma si gonfieranno il petto per avere convocato un “tavolo”, che a loro dire è il vero autore del miracolo. Dopo qualche giorno, svanito l’effetto del tavolo miracoloso, l’emergenza riprenderà il suo corso.
A questo punto, prevedo l’obiezione di rito. Le municipalizzate vanno benissimo, basta guardare l’esempio virtuoso di Vattelapesca, dove il servizio funziona alla perfezione; se va bene lì, può andare bene dovunque; è la specifica municipalizzata di Palermo che non funziona. Si tratta di un paralogismo, che nasconde una sciocchezza. Se Usain Bolt corre i cento metri in meno di dieci secondi, ciò non significa che il comune mortale può fare lo stesso; se Anna Frank e Aleksandr Solgenitsin hanno scritto capolavori letterari in prigionia, ciò non significa che la prigione sia l’ambiente più adatto per scrivere. Il vero è che l’eccellenza non è la norma; inoltre l’ingegno e la volontà dell’uomo sono tanto forti, da riuscire talvolta a superare mille ostacoli; ma questi rimangono tali. Gli ostacoli posti dalla “normalità” umana e dalla costrizione giuridica sono pur sempre ostacoli; nella maggior parte dei casi, impediscono la migliore prestazione e in ogni caso non l’agevolano.
I cittadini sono costretti a pagare un prezzo amministrato (gas, acqua) al gestore monopolista, magari sotto forma di tassa comunale; il rischio d’impresa non esiste, sicché l’azienda non ha alcun interesse al risultato economico. E supponiamo pure che tutto questo sia inevitabile. Si ponga almeno la questione dell’efficacia del controllo. Quando il fruitore/consumatore non può esercitare alcun controllo di risultato, esprimendo la sua preferenza nel mercato concorrenziale, è indispensabile che il controllo sia esercitato da un soggetto non cointeressato alla gestione. Nel caso delle municipalizzate, il controllore e il controllato vengono a coincidere. Il sindaco è il capo dell’amministrazione, della quale è parte integrante l’azienda da controllare. In buona sostanza egli controlla se stesso. Un bel sistema, e i risultati si vedono.


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