Esteri

LIBIA PATTO DIMEZZATO

di Ivano Tolettini -

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato il Primo Ministro del Governo di Unità Nazionale libico, Abdel Hamid al-Dabaiba.


Giorgia Meloni brucia le tappe. A Tripoli veste i panni della leader che comincia ad avere un marcato profilo internazionale. Stringe rapporti con il capo del governo di unità nazionale libico Abdul Hamid Dabaiba per migliorare la posizione geostrategica dell’Italia nello scacchiere libico condizionato negli ultimi anni da Turchia e Russia, che sostengono rispettivamente i governi di Tripoli e Bengasi. L’Italia, per la presidente del Consiglio, deve diventare l’hub energetico che faccia da ponte tra Africa ed Europa. Discute così di approvvigionamenti di gas e petrolio con investimenti tramite l’Eni, rappresentanta dal ceo Claudio Descalzi, per almeno 8 miliardi di dollari. Quindi affronta la politica migratoria, affiancata dal ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, nel tentativo di contenere l’afflusso sulle nostre coste degli immigrati economici. Come? Con il potenziamento della guardia costiera libica grazie alla nostra fornitura di adeguati mezzi navali. Inoltre Meloni, in tandem col ministro degli Esteri, Antonio Tajani, discute del futuro della Libia nel breve-medio periodo con l’indizione di elezioni a distanza di quasi 9 anni dall’ultima consultazione. Nello stesso tempo la premier lancia messaggi al generale Khalifa Aftar, l’uomo forte di Bengasi che controlla l’80% del territorio libico, per esorcizzare il miraggio libico.
PARTNER STRATEGICO
“La Libia per noi è un partner economico strategico – spiega Meloni – Lo testimonia l’aumento del volume di scambi nel 2021 del 180% rispetto al 2020, con l’Italia che rimane il primo partner e il primo cliente, dall’energia alle infrastrutture”. Meloni dice che è importante riprendere il prima possibile in un quadro di sicurezza “i voli diretti tra Libia e Italia superando l’ impasse del passato per potenziare la cooperazione tra i due paesi”. La premier ricorda il Trattato di amicizia italo-libico del 2008, il cui elemento centrale era la costruzione dell’autostrada. “Vogliamo portare avanti gli impegni che ci siamo presi – aggiunge -. Per questo vogliamo iniziare prima possibile i lavori sull’aeroporto di Tripoli, per ripristinare standard di sicurezza adeguati e riprendere il prima possibile i voli diretti fra Libia e Italia”. Ovvio che questo deve avvenire coinvolgendo anche Hftar e il premier Fathi Bashagha. Ecco perché nel corso della conferenza stampa il premier Abdul Hamid Dabaiba sottolinea “di vedere una postura italiana chiara che ha posto in cima alle sue priorità la situazione nel Mediterraneo. Ho assicurato a Meloni fiducia nel lavorare in questa direzione, soprattutto per colmare le opinioni dei Paesi interessati e sostenere la pace in Libia».
IMMIGRAZIONE
Parlando dei numeri dell’immigrazione irregolare verso l’Italia, la presidente del Consiglio analizza “che sono ancora molto alti. Per oltre il 50% tale immigrazione è dalla Libia. Bisogna intensificare gli sforzi nel contrasto alla tratta, assicurando un trattamento umano a chi si trova in quelle condizioni. Crediamo che si possa e si debba fare di più”. Meloni afferma che l’Italia farà la sua parte e si sta discutendo con la Libia come combattere i flussi illegali, un tema che deve riguardare non solo i due Paesi, ma la cooperazione europea verso il Nordafrica. “Bisogna aiutare le nazioni africane a crescere e prosperare – incalza – Noi, oggi, in questa importante giornata, abbiamo adottato un’intesa con l’obiettivo di potenziare le capacità e la cooperazione con l’autorità libica in relazione alla guardia costiera”. L’omologo libico plaude all’Italia che pone lo scacchiere del Mediterraneo in cima alle proprie priorità e “abbiamo assicurato la nostra fiducia nella capacità dell’Italia di lavorare in questa direzione, soprattutto con i suoi sforzi per colmare le opinioni dei paesi interessati a sostenere la pace in Libia”. Chiaro dunque da parte Abdul Hamid Dbeibah il riferimento allo sforzo dell’Italia nei colloqui anche con Haftar.
ENI
Centrale nella visita della premier l’accordo sottoscritto dall’ad di Eni, Descalzi, e l’ad della compagnia petrolifera libica (Noc), Farhat Bengdara, per aumentare la produzione di gas per rifornire il mercato interno libico, oltre a garantire l’esportazione di volumi in Europa. L’intesa pluriennale prevede un investimento stimato appunto in oltre 8 miliardi di dollari. “L’accordo di oggi consentirà di effettuare importanti investimenti nel settore dell’energia in Libia, contribuendo allo sviluppo e alla creazione di lavoro nel Paese, e rafforzando la posizione di Eni come primo operatore in Libia”.
ELEZIONI IN LIBIA
Nel bilaterale non poteva certo mancare un capitolo dedicato alle elezioni nel Paese africano per stabilizzarlo. «Con il primo ministro Dbeibah e la delegazione abbiamo discusso della situazione libica – chiosa una soddisfatta premier -, e abbiamo ribadito la piena disponibilità italiana a favorire il legittimo e giusto percorso richiesto per una celebrazione di elezioni e per una stabilizzazione del quadro libico». Che è di reciproco interesse e che non può non passare da proficui colloqui di pace con Haftar, il quale lo scorso luglio ha raggiunto un accordo segreto con il governo di Tripoli per la nomina di Bengdara alla guida di Noc. «La stabilizzazione del quadro politico e di sicurezza – conclude Meloni – è indispensabile per consentire al nostro partenariato bilaterale di raggiungere un potenziale che è ancora molto più alto del partenariato molto importante che già abbiamo. Apprezziamo l’impegno assicurato dal governo di unità nazionale a indire elezioni presidenziali e parlamentari il prima possibile. Auspichiamo che questo impegno possa tradursi rapidamente in programmi e azioni concrete, con la mediazione delle Nazioni unite”.

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