Liguria, Toti lascia: “Dimissioni irrevocabili”
Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha rassegnato le dimissioni. Dopo due mesi e mezzi agli arresti domiciliari, disposti lo scorso 7 maggio dal Gip della Tribunale di Genova Paola Faggioni, il governato ha deciso di optare per un passo indietro, facendo pervenire all’ufficio protocollo della Regione Liguria, attraverso l’assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone, una lettera di “dimissioni irrevocabili”. Dopo due mandati alla guida dell’Ente, il primo iniziato nel giugno 2015 e il secondo nel 2020, quando le elezioni lo hanno riconfermato alla presidenza della Liguria, l’esperienza di Giovanni Toti finisce dunque qui. “Inoltro questa mia alle autorità in indirizzo per tutte le competenze di legge relative alla gestione transitoria dell’ente e l’avvio delle procedure per l’indizione di nuove elezioni”, ha scritto Toti nella missiva. Infatti, adesso bisognerà indire nuove elezioni entro 90 giorni per procedere con il rinnovo dell’amministrazione regionale. La decisione di Toti di rassegnare le dimissioni sarebbe scaturita essenzialmente per ragioni legate alla strategia difensiva, dopo che due istanze di scarcerazione presentate dall’avvocato Stefano Savi, una rivolta al Gip e la seconda indirizzata al Tribunale del Riesame, sono state respinte. Ora il legale potrà presentare una nuova richiesta di revoca delle misure cautelari o presentare un ricordo alla decisione già presa dal Tribunale del Riesame, i cui termini scadono il prossimo lunedì. Il quadro è infatti mutato e le dimissioni potrebbero agevolare la revoca degli arresti domiciliari per ché farebbe venire meno uno dei punti su cui si basano le misure cautelari, ovvero quello della possibilità di reiterare i reati contestati proprio a causa della permanenza al vertice dell’amministrazione ligure.
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