Ambiente

L’impresa sceglie il sociale

di Redazione -


Riparte da Torino il 25 gennaio il Giro d’Italia del Salone della CSR e dell’innovazione sociale. Con le api biomarker e l’economia circolare del cibo a segnalare il lavoro incessante svolto per valorizzare le esperienze concrete di imprese e territori, promuovere la cultura della sostenibilità, stimolare un effetto domino per le buone pratiche.
Le tappe del Giro saranno dieci, fino a maggio 2023: dopo Torino, Messina, Savona, Udine, Roma, Napoli, Bologna, Padova, Trento e Ancona, per concludersi con una due giorni alla Bicocca di Milano, il 4 e 6 ottobre.

Un focus sull’importanza della valutazione d’impatto sarà al centro del via nel capoluogo piemontese per ribadire tra imprese, enti pubblici e associazioni il valore dell’attenzione alla sostenibilità e dell’impegno a valutare i risultati grazie a strumenti che misurino il valore prodotto ed interessino gli stakeholder. Al Circolo del Design la narrazione dei racconti di impatto per scriverne il futuro, con una Borsa dell’Impatto Sociale che crei un mercato di capitali dedicato a imprese che realizzano in modo intenzionale e misurabile un impatto sociale positivo. Un progetto che sarà illustrato da Giorgio Fiorentini, docente dell’Università Bocconi, e Luisa Mortati del Coordinamento Progetti strategici di Torino Social Impact, l’ecosistema per l’imprenditorialità e gli investimenti ad impatto sociale che dal 2022 sta curando la quotazione simulata di otto imprese italiane con sede in Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna ed attività estese su tutto il territorio nazionale.
Un impegno a far meglio, partendo dal buono finora cresciuto con tante buone pratiche. Quella di S-Nodi, la learning community nata 8 anni fa da “Fa Bene” – economia circolare per il recupero e la ridistribuzione di cibo di qualità per famiglie a basso reddito, giovani e migranti – diventato un modello scalabile di inclusione che coinvolge pmi agricole, commercianti del territorio, comunità locali. Un’iniziativa fondata dieci anni fa intorno al programma Azioni di Sistema della Caritas con l’adesione degli economisti Luigino Bruni dell’Università LUMSA e Arjo Klamer di quella Erasmus di Rotterdam e oggi votata alla teoria del cambiamento sui territori.

O quella di Barricalla, uno degli 11 impianti in Italia per lo smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, che oggi è un modello di tutela ambientale: il suo spazio verde fornisce energia fotovoltaica a oltre 3mila persone – circa 600 famiglie – per 1,9 GW, risparmiando 450 tonnellate di CO2 all’anno-. Mentre le api allevate sui terreni della discarica sono diventate agenti del cambiamento, bioindicatori che producono miele. L’allevamento delle api all’interno dei terreni della discarica è iniziato intorno al 2000 e, nonostante la situazione difficile in tutta Europa per questi insetti, sensibilissimi a ogni forma di inquinamento, nel sito di Barricalla non si sono mai riscontrate minacce alla loro esistenza. Il miele prodotto viene analizzato e messo ogni volta a confronto con quello prodotto in una normale zona rurale. Ne è emerso che non sono mai state rilevate concentrazioni anomale di inquinanti.
Un sito, Barricalla, che è anche testimonianza del confronto nato, e da allora mai concluso, con gli agricoltori della zona, a suo tempo fortemente preoccupati per l’integrità e la sicurezza dei propri terreni e delle falde acquifere, già memori peraltro delle difficoltà affrontate a seguito della costruzione della tangenziale.


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