Primo Piano

L’INGRANDIMENTO

di Eleonora Ciaffoloni -

ATTESA DEGLI ANARCHICI PER LA SENTENZA SU ALFREDO COSPITO PRESIDIO IN PIAZZA CAVOUR DAVANTI ALLA CASSAZIONE STRISCIONE FUORI DAL 41BIS


L’ONU accoglie il ricorso di Cospito e all’Italia chiede “rispetto della dignità”

La detenzione di Alfredo Cospito al 41 bis continua a far discutere. L’anarchico detenuto al carcere duro di Opera di Milano è in sciopero della fame da oltre quattro mesi e, nonostante l’uscita dall’ospedale di qualche giorno fa, continuano a destare polemiche le sue condizioni di salute e il suo regime detentivo. A intervenire, per ultimo, lo scorso primo di marzo è stato l’Alto Commissariato dell’Onu per i diritti umani, che ha chiesto all’Italia di far rispettare “la dignità del detenuto”. La richiesta è stata resa nota da un comunicato del legale dello stesso Cospito, Flavio Rossi Albertini, che subito dopo il rigetto del ricorso per Cospito in Cassazione aveva inoltrato una comunicazione individuale alla Commissione Diritti Umani denunciando le condizioni di detenzione del proprio assistito. Nel documento si legge che “in attesa della decisione sul merito della petizione individuale presentata per Alfredo Cospito, il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha deciso di applicare una misura provvisoria che consiste nel richiedere all’Italia di assicurare il rispetto degli standard internazionali e degli articoli 7 (divieto di tortura e trattamenti o punizioni disumane o degradanti e divieto di sottoposizione, senza libero consenso, a sperimentazioni mediche o scientifiche) e 10 (umanità di trattamento e rispetto della dignità umana di ogni persona privata della libertà personale) del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici in relazione alle condizioni detentive di Alfredo Cospito”. Una norma, dicono i legali di Cospito, a cui lo Stato italiano deve dare esecuzione visti gli obblighi internazionali e per non incappare nella creazione di un precedente. Eppure, il difensore Flavio Rossi Albertini e il professore Luigi Manconi, presidente dell’associazione “A buon diritto” fanno sapere che a alcuni giorni dalla notifica del provvedimento, “nessuna iniziativa è stata assunta dal Ministro della Giustizia per revocare o quantomeno migliorare la condizione detentiva di Alfredo Cospito”. Ma di fronte all’intervento dell’Onu i legali non intendono fermarsi: di fronte all’inserimento del Comitato “è molto difficile che l’Italia possa dimostrare che una detenzione a vita e in un regime di estremo isolamento stia garantendo il fine essenziale di ravvedimento e riabilitazione sociale” hanno concluso.

Torna alle notizie in home