Politica

L’INGRANDIMENTO

di Redazione -


di CLAUDIA MARI

 

Calenda ci ripensa prove di dialogo sul salario minimo con il pd di Schlein

 

Ne ha parlato a più riprese Elly Schlein nella campagna elettorale che l’ha portata alla vittoria delle primarie. E ora quella sua proposta sembra toccare la realtà politica. Si tratta del provvedimento sul salario minimo, su cui arriva una convergenza non solo dal Movimento 5 Stelle e da Giuseppe Conte – con cui l’intesa è stata confermata lo scorso sabato alla manifestazione di Firenze – ma anche dal Terzo Polo. Non si tratta di mere supposizioni, ma di una vera e propria apertura – esplicita – che è arrivata sul tema del salario minimo dal leader di Azione Carlo Calenda: “si possono fare battaglie insieme a Elly Schlein. Non c’è pregiudiziale contro la segretaria del Pd. Se le battaglie sono giuste, come il salario minimo, si fanno insieme”. Era stata la stessa neo segretaria a reclutare l’ex ministro: “Ho sentito Calenda, sul salario minimo possiamo lavorare insieme. Come sulla difesa della sanità pubblica” sottolineando: “Più che le simpatie fra i partiti conta quello che possiamo fare insieme. Dopo le sconfitte alle ultime elezioni regionali bisogna trovare alcuni terreni di battaglia comune con le altre forze di opposizione”. Una unione di intenti che però si sgancia dal manifesto lanciato dallo stesso leader di Azione sul quotidiano Il Foglio in cui spiega come dopo l’elezione di Schlein a segretaria del Pd “il sistema politico ha raggiunto un ulteriore punto di chiarezza. A sinistra la linea politica di PD e Movimento 5S si è definitivamente unificata, mentre a destra c’è solo Giorgia Meloni con un paio di ruote di scorta più o meno gonfie”. E quindi, Calenda si stanzierebbe in un vero e proprio Terzo Polo che non si riconosce nelle due fazioni di questo bipolarismo che sembra emergere nel dopo Letta. Eppure, l’apertura sul salario minimo sembra voler significare altro, almeno sul piano dei temi. Difatti, tra le fila del Terzo Polo, il senatore di Italia Viva Scalfarotto ammette che ammesso che “battaglie comuni fra Terzo Polo e Pd di Schlein sono possibili occasionalmente su singoli temi” e non “sul piano della cultura politica”. Se di politica non si parla, però rimane il tema dell’opposizione. Schlein ha promesso una forte lotta al governo Meloni e, su molti temi, sembrerebbero trovarsi d’accordo anche gli ormai uniti Azione e Italia Viva. Che per un bene comune più grande si possa scedere a compromessi e lasciare indietro la “cultura politica”?

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