Politica

L’INGRANDIMENTO – La riforma che fa piangere, ma mai le lacrime e sangue

di Redazione -


di elsa fornero
A i detrattori della destra non ne va mai bene una. Le opposizioni al governo Meloni, su due linee di pensiero distanti, si sono unite nelle polemiche alla riforma del Fisco. Da un lato la sinistra più dura e pura, che critica la riforma, bollandola come divisiva per i contribuenti e, ancora peggio, tesa a strizzare l’occhio agli evasori. Dall’altro le reazioni dell’area riformista, che tifa per i cambiamenti, ma non troppi. E che guarda con nostalgia a San Mario Draghi, deposto troppo presto . Emblematiche le parole del capogruppo di Azione-Italia Viva-Renew Europe, Luigi Marattin, il quale ha dichiarato che la legge delega sul fisco “è praticamente la fotocopia di quella di Draghi e del lavoro parlamentare che facemmo nella scorsa legislatura. E questo è un bene, se non fosse che Fratelli d’Italia fu l’unico partito a non votare la delega Draghi. Poi però al governo Meloni deve essere scappata la mano quando la fotocopiatrice si è fermata, ed hanno aggiunto 4 o 5 cose sbagliate o inutili. Su quelle noi del Terzo Polo apriremo un dialogo col governo, facendo precise contro-proposte”. Dialogo che sembra del tutto inutile con l’area Alleanza Verdi-Sinistra, a sentire il capogruppo in Commissione Bilancio della Camera, Marco Grimaldi. “Non ci stupiremo se Meloni prenderà i fischi dal congresso della Cgil. Sale sul palco dopo aver approvato una riforma “Spacca-l’Italia”, è quella sul fisco che consegna il paese agli evasori. Per chi lavora e paga le tasse c’è solo da piangere”. A saperlo cosa ne pensano i contribuenti, sopravvissuti alla riforma “lacrime e sangue” del ministro dell’Esecutivo Monti, Elsa Fornero.

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