Ambiente

L’INGRANDIMENTO – Non bastavano guerra e Covid: siamo in ginocchio per la siccità

di Eleonora Ciaffoloni -


Siccità. Un tema centrale che “sta creando difficoltà enormi” non solo dirette ma “anche su altri fronti” e quindi su una “crisi alimentare che spinge ulteriormente e comprensibilmente flussi migratori”. Un mutamento, ha detto il presidente Sergio Mattarella in Kenya, comune ai Paesi e centrale nell’agenda politica. È un tema che si lega al cambiamento climatico, alla stabilità, al benessere e alla possibilità di un futuro di sviluppo. La siccità, nel nostro Paese, non si lega solo alle carenza di aqua, ma anche allo scioglimento dei ghiacciai e a una agricoltura sempre più in crisi, che si è dedicata alla ricerca sulle nuove tecniche genomiche per affrontare le sfide dei cambiamenti climatici.

Su questo il sottosegretario al ministero dell’Agricoltura Patrizio La Pietra ha spiegato che “dovremo fare in modo di concretizzare la ricerca sul campo e agire da un punto di vista legislativo per la sperimentazione in campo aperto non solo in laboratorio”. Una sfida fondamentale anche per “mantenere anche la qualità dei nostri prodotti che è fondamentale per affrontare sfide epocali che vanno ad impattare in maniera forte sull’agricoltura”. Ma non solo.

Questa settimana dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministri il cosiddetto decreto Acqua, una misura d’intervento sulla siccità che – aveva annunciato il vicepremier Matteo Salvini – serve ad aiutare l’Italia, gli agricoltori e gli imprenditori ad affrontare questo periodi di crisi dovuto alla siccità è già molto attuale e che sembra sempre più minaccioso. Un decreto che arriva dalla cabina di regia sulla crisi idrica tenuta dalla premier Giorgia Meloni insieme allo stesso Salvini, ai ministri dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, agli Affari europei Raffaele Fitto, all’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, agli Affari regionali Roberto Calderoli e a Nello Musumeci con delega a Protezione civile e mare. Al tavolo era stata stabilita la definizione di un Piano idrico straordinario nazionale, d’intesa con i territori per agire su due fronti: individuare le priorità d’intervento e lavorare a un provvedimento normativo urgente per affrontare la siccità, insieme all’istituzione della figura di un commissario straordinario con poteri esecutivi rispetto a quanto programmato dalla stessa cabina di regia. Un provvedimento che, dopo le parole del Capo di Stato, dovrà essere discusso e approvato nel minor tempo possibile.


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