Attualità

L’INGRANDIMENTO – Quanto sei vecchia cara Costituzione: è l’ora di rimetterci un po’ le mani

di Redazione -


di FRANCESCA CHAOUQUI

La Festa della Repubblica richiama un altro anniversario, quello dei 75 anni della nostra Carta costituzionale. Tre quarti di secolo che si vedono tutti, a dispetto della retorica immancabile in questi giorni di celebrazione, in cui ci viene ricordato – con parole più o meno altisonanti – che la Costituzione rappresenta i valori fondanti del nostro Stato e regola la convivenza civile. Tuttavia, più che osannare la Carta costituzionale dovremmo cogliere l’occasione per fare un’analisi critica e onesta del testo, in grado di portarne alla luce le criticità, che emergono ancora più evidenti davanti al mutato scenario politico, economico e sociale. L’Italia non è più quella del 1948, anno in cui la Costituzione entrò in vigore, ed è bene che se ne prenda atto affinché essa possa meglio rispondere alle esigenze di un Paese moderno, per garantire nuovi diritti e tutelare i cittadini da nuove forme di pericolo. Può sembrare irriverente sollevare la questione proprio in un giorno in cui l’Italia celebra il referendum che, nel 1946, decretò la fine della monarchia e la nascita della Repubblica. Eppure, diventa quanto mai urgente un dibattito serio, partendo dalle parole che l’ex capo dello Stato, Francesco Cossiga, pronunciò nel 1991 nel messaggio presidenziale rivolto alle Camere. “Riconoscenza – sottolineò Cossiga – è quanto dobbiamo alla nostra Costituzione; ma questo sentimento non ci deve impedire la riflessione critica e l’impegno politico per valutarla nel confronto dei mutati tempi, e quindi per migliorarla e ammodernarla”. Queste parole, quanto mai attuali, furono pronunciate 32 anni fa. Già allora si avvertiva l’esigenza di dare nuovo impulso e vigore alla nostra Carta costituzionale che, da allora, non ha subito che modifiche marginali. Se è vero, come ha affermato Sergio Mattarella, che la Costituzione pone al centro la persona, il primato dell’uguaglianza tra gli esseri umani, la dignità, la libertà, la solidarietà, i diritti e i doveri, allora è bene che venga adeguata per essere più rispondente alle esigenze di una società che è profondamente cambiata rispetto a 75 anni fa e che ci chiede di normare nuovi diritti e nuove libertà. Un chiaro esempio ne sono le famiglie arcobaleno, che non trovano nessun tipo di riconoscimento nella Costituzione. Parlando di famiglia, infatti, all’articolo 29, essa la definisce come “società naturale fondata sul matrimonio”. Il quale è inteso come unione tra uomo e donna mentre per le persone dello stesso sesso la legge parla di unioni civili. Al di là delle definizioni, la cui forma spesso è indicativa della sostanza, occorre riconoscere anche alle nuove forme di famiglia una tutela costituzionale, così come la Carta dovrebbe normare una pratica, sconosciuta ai padri fondatori della Repubblica, come quella dell’utero in affitto. Di due giorni fa la notizia, molto discussa, che la commissione Giustizia ha dato il via libera alla maternità surrogata come reato universale. Il ricorso alla gestazione per altri, in Italia è già vietato. L’obiettivo del governo è quello di estendere il reato anche a quei cittadini che adottano tale pratica in uno Stato estero, dove è invece legale. Oggi più che mai, nell’interesse di tutti i cittadini ma soprattutto dei minori, è importante che la maternità surrogata venga normata perché, laddove scienza e tecnologia progrediscono è impossibile arrestarne l’avanzata. Meglio, piuttosto, che ci siano regole chiare a tutela dei diritti di tutti. A tal proposito, di strettissima attualità è anche il tema dell’intelligenza artificiale che sta rivoluzionando ogni ambito della nostra vita, scatenando le fantasie apocalittiche di quanti temono che essa soppianterà in toto il genere umano portandolo all’estinzione. Che sia davvero così o meno è presto per dirlo ma sicuramente occorre che la Costituzione tenga conto dei mutati tempi. È altresì necessario un percorso ricostruttivo della Carta che affronti tutti questi argomenti e lo faccia dopo attente riflessioni e approfondimenti da parte di giuristi ed esperti.


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