L’innovazione per il buon management sanitario nelle Ausl dell’Emilia Romagna

L’innovazione, una migliore gestione organizzativa delle strutture sanitarie, una moltiplicazione delle azioni informative a favore dei pazienti. Su queste tre linee direttive si sviluppa da tempo l’iniziativa del management sanitario della Regione Emilia – Romagna sulla scorta di significative risorse pubbliche.

Telemedicina, cartelle informatizzate, sensibilizzazione contro gli abusi ma anche percorsi di accoglienza studiati per gli adolescenti: sono queste alcune delle aree di intervento per i progetti delle Ausl finanziati con risorse regionali. E dalla Regione è arrivato oltre un milione di euro per prevenire e curare il disagio mentale, in particolare dei più giovani. Interventi, anche per la salute nelle carceri.
Con oltre un milione di euro di risorse regionali da destinare a tutte le Ausl del territorio, da Piacenza a Rimini, sono stati infatti finanziati 28 progetti, molti dei quali da realizzare attraverso l’utilizzo delle tecnologie innovative, a partire dalla telemedicina.
Tra i vari interventi, c’è la sperimentazione della Cartella Unica Regionale nell’ambito della neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza: una cartella informatizzata che nasce con l’obiettivo di mettere il paziente al centro del processo terapeutico, integrando servizi e contenuti anche molto diversi (percorsi diagnostici, trattamenti, prestazioni, test). Per implementare questa cartella elettronica è previsto anche l’uso della telemedicina attraverso il supporto di dispositivi elettronici.
Guardando ai più giovani, è poi stata prevista la messa a punto di percorsi di accoglienza e trattamento di adolescenti e giovani che accedono al pronto soccorso, con l’obiettivo di intercettare e trattare eventuali criticità riconducibili alla salute mentale fin dalle prime manifestazioni e di snellire e meglio gestire l’approccio della struttura verso queste problematiche.

Ma anche, in tutti i contesti organizzativi che si occupano di preadolescenti e adolescenti, è stata definita la formazione all’approccio dialogico, il cosiddetto open dialogue, il modello psicoterapeutico nato in Finlandia che prevede l’idea di una terapia “su misura” per l’assistito.
Un binomio, quello dell’innovazione e di un buon management, che ha ribadito anche l’assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini: “Investiamo da tempo nella prevenzione del disagio mentale, con interventi di prossimità che intercettino situazioni critiche prima che diventino patologiche. Quando, invece, è necessario curare, crediamo nello sviluppo della tecnologia attraverso la telemedicina, l’utilizzo di documentazione elettronica e tutti gli strumenti che possano migliorare l’assistenza verso i cittadini, a partire dai più giovani e dalla popolazione fragile, tra i più colpiti dalla pandemia”.
Riguardo, poi, alla prevenzione del disagio giovanile e dell’abuso di sostanze, sono stati individuati interventi territoriali per le persone affette da dipendenze patologiche. Progetti, questi, che puntano molto sulla prossimità, quando non sulla domiciliarità delle cure.
E la Telemedicina è presente, infine, anche nel supporto dell’attuazione di un programma di sperimentazione di modelli indirizzati a promuovere la salute in carcere, uno dei contesti in cui questo strumento si rivela particolarmente efficace. Con un adeguato percorso formativo per gli operatori coinvolti.

L’innovazione, una migliore gestione organizzativa delle strutture sanitarie, una moltiplicazione delle azioni informative a favore dei pazienti. Su queste tre linee direttive si sviluppa da tempo l’iniziativa del management sanitario della Regione Emilia – Romagna sulla scorta di significative risorse pubbliche.

Telemedicina, cartelle informatizzate, sensibilizzazione contro gli abusi ma anche percorsi di accoglienza studiati per gli adolescenti: sono queste alcune delle aree di intervento per i progetti delle Ausl finanziati con risorse regionali. E dalla Regione è arrivato oltre un milione di euro per prevenire e curare il disagio mentale, in particolare dei più giovani. Interventi, anche per la salute nelle carceri.
Con oltre un milione di euro di risorse regionali da destinare a tutte le Ausl del territorio, da Piacenza a Rimini, sono stati infatti finanziati 28 progetti, molti dei quali da realizzare attraverso l’utilizzo delle tecnologie innovative, a partire dalla telemedicina.
Tra i vari interventi, c’è la sperimentazione della Cartella Unica Regionale nell’ambito della neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza: una cartella informatizzata che nasce con l’obiettivo di mettere il paziente al centro del processo terapeutico, integrando servizi e contenuti anche molto diversi (percorsi diagnostici, trattamenti, prestazioni, test). Per implementare questa cartella elettronica è previsto anche l’uso della telemedicina attraverso il supporto di dispositivi elettronici.
Guardando ai più giovani, è poi stata prevista la messa a punto di percorsi di accoglienza e trattamento di adolescenti e giovani che accedono al pronto soccorso, con l’obiettivo di intercettare e trattare eventuali criticità riconducibili alla salute mentale fin dalle prime manifestazioni e di snellire e meglio gestire l’approccio della struttura verso queste problematiche.

Ma anche, in tutti i contesti organizzativi che si occupano di preadolescenti e adolescenti, è stata definita la formazione all’approccio dialogico, il cosiddetto open dialogue, il modello psicoterapeutico nato in Finlandia che prevede l’idea di una terapia “su misura” per l’assistito.
Un binomio, quello dell’innovazione e di un buon management, che ha ribadito anche l’assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini: “Investiamo da tempo nella prevenzione del disagio mentale, con interventi di prossimità che intercettino situazioni critiche prima che diventino patologiche. Quando, invece, è necessario curare, crediamo nello sviluppo della tecnologia attraverso la telemedicina, l’utilizzo di documentazione elettronica e tutti gli strumenti che possano migliorare l’assistenza verso i cittadini, a partire dai più giovani e dalla popolazione fragile, tra i più colpiti dalla pandemia”.
Riguardo, poi, alla prevenzione del disagio giovanile e dell’abuso di sostanze, sono stati individuati interventi territoriali per le persone affette da dipendenze patologiche. Progetti, questi, che puntano molto sulla prossimità, quando non sulla domiciliarità delle cure.
E la Telemedicina è presente, infine, anche nel supporto dell’attuazione di un programma di sperimentazione di modelli indirizzati a promuovere la salute in carcere, uno dei contesti in cui questo strumento si rivela particolarmente efficace. Con un adeguato percorso formativo per gli operatori coinvolti.

Pubblicitàspot_img
Pubblicitàspot_img

Ultimi articoli