L’INTERVISTA – Raf, quarant’anni di successi in nome del self control
Si è svolta a Miami, nella prestigiosa location dell’ex Villa Versace, la diciottesima edizione dell’Oscar dei Porti. La kermesse ideata e condotta da Roberto Onofri, ha chiamato a raccolta i più grandi protagonisti del mondo portuale, passando per le eccellenze della Blue Economy fino a persone per cui il mare, da sempre, ricopre un ruolo cardine nel proprio percorso umano e professionale. Tra i momenti clou della serata, la consegna dell’Oscar dei Porti a Raf, cantautore tra i più amati ci ha raccontato i suoi nuovi progetti, in primis il suo tour che festeggia i 40 anni di uno dei suoi più grandi successi, “Self Control”, che partirà il 23 maggio dal Teatro Arcimboldi di Milano con un concerto in anteprima. Da Nord a Sud la musica di Raf attraverserà poi tutta Italia il prossimo autunno, facendo tappa: il 4 novembre al Teatro Cartiere Carrara di Firenze; l’8 novembre al Teatro Colosseo di Torino; il 13 novembre al Teatro Duse di Bologna; il 21 novembre al Gran Teatro Geox di Padova; il 22 novembre al Teatro Clerici di Brescia; il 28 novembre all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma; il 3 dicembre al Teatro Augusteo di Napoli; il 4 dicembre al Teatro Team di Bari.
Raf, hai ritirato a Miami il Premio alla Carriera nell’ambito dell’Oscar dei Porti. Che effetto ti fa?
Ogni volta che ricevo un premio, non lo nascondo, mi fa sempre un certo effetto, naturalmente positivo. Riceverlo a Miami, la città dove trascorro gran parte del mio tempo, circondato dalla mia famiglia, mi fa ancora più felice. Per questo, ringrazio l’organizzatore della manifestazione, Roberto Onofri e a tutto il suo team per aver pensato a me.
Nel corso della tua carriera sei sempre riuscito a reinventarti, conquistando sempre il gradimento del pubblico. La ricetta del tuo successo?
Più che una ricetta, ritengo sia importante avere una completa gestione del successo. Quando si riesce a mantenere i valori ben saldi per terra, si ha la possibilità di godersi maggiormente tutto il bello che ci circonda. Non bisogna mai smettere di avere una profonda sensibilità nei confronti della vita, cercando di capire quali siano le cose realmente importanti.
Oggi ti dividi tra l’Italia e gli Stati Uniti, da dove viene questa scelta?
Credo di aver finalmente trovato il mio equilibrio così, ormai da vent’anni a questa parte. Resterò per sempre legato all’Italia e alle mie radici pugliesi. Credo che il nostro sia un Paese meraviglioso e sono particolarmente fiero del fatto che finalmente, dopo tanto tempo, è cambiata la percezione che hanno di esso all’estero. Sicuramente migliore rispetto al passato (sorride, ndr).
E gli Stati Uniti?
Per quanto riguarda, invece, il mio amore per Miami, tutto è cominciato per caso, durante un viaggio. Da quel momento, ho capito che avrei voluto vivermela sempre di più, per l’armonia che riusciva a trasmettermi. Credo che uno dei punti di forza di Miami risieda nel fatto di essere un posto dove si può lavorare e allo stesso tempo rilassarsi.
Torna alle notizie in home