Politica

L’INTERVISTA – Santori: “Per incapacità della sinistra i bagarini sono diventati padroni del Colosseo”

di Edoardo Sirignano -

FABRIZIO SANTORI POLITICO



“Per incapacità della sinistra, i bagarini sono diventati padroni del Colosseo. Roma non ha avuto neanche un euro dal secondo monumento più visitato al mondo”. A dirlo Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Campidoglio che ha presentato una mozione al sindaco Gualtieri per rendere fruibile il simbolo della capitale in vista del Giubileo.

Come si è arrivati a tutto ciò?

Il governo attuale eredita la disorganizzazione e le dinamiche contorte lasciate dalle amministrazioni precedenti, a partire da quella Franceschini. È inaccettabile che la città di Roma, che si fa carico dal trasporto dei turisti fino ad arrivare alle condizioni di sicurezza, nonché alla pulizia, dell’area dove è ubicato il Colosseo, non ricavi neanche un euro dal secondo monumento più visitato al mondo

Qualcuno ha sollevato il problema?

La sinistra, in un Consiglio comunale, ha già bocciato un atto che avevo depositato lo scorso anno e che denunciava quanto detto. Ho di nuovo depositato una documentazione affinché si possa trovare un’intesa col ministero della Cultura per uscire dal tunnel.

Al momento nessuna risposta?

Non c’è risposta perché la sinistra è rimasta ancorata ai vecchi sistemi, quelli che hanno bloccato il migliore utilizzo del monumento. Non si spiega, d’altronde, perché non si è mai combattuto l’abusivismo sugli ingressi, utili solo per qualche privato e soprattutto perché non si voglia coinvolgere l’Amministrazione Comunale, istituzione che più di tutte potrebbe garantire trasparenza e buone prassi.

Nel frattempo, però, ci sono bagarini che si arricchiscono sulle spalle della città…

Grandi organizzazioni, grazie a decisioni assunte nel recente passato, spiazzano piccole e medie imprese. È un dato di fatto. Va avanti una concorrenza sleale. Sono convinto, comunque, che il nuovo esecutivo e il ministro Sangiuliano possano mettere definitivamente fine a tutto ciò, in modo che possa esserci anche nella capitale una gestione come quella del Louvre. Basta imitare quanto fatto in musei meno conosciuti del Paese, ma fondamentali per lo sviluppo delle loro comunità.

Il biglietto nominale, introdotto da Palazzo Chigi, intanto, crea non pochi disagi…

Quando ci sono cambiamenti strutturali è fondamentale perseguire un percorso teso a combattere il bagarinaggio e utile a incrementare gli ingressi. A oggi diverse sono le questioni aperte denunciate all’assemblea capitolina. Spero ci sia quanto prima un confronto tra i banchi del Campidoglio e che il sindaco Gualtieri e i suoi non facciano, ancora una volta, i talebani. Sarebbe stupido dire “non governiamo e dunque non ci interessa”. La macchina del potere, che ha creato tale discrepanza, certamente non l’ha gestita la destra che oggi denuncia e intende voltare pagina.

Ha parlato di potere e interessi. Non è che la battaglia è stata rimandata per una commistione tra una parte politica e il bagarinaggio?

Diverse sono state le denunce in tal senso. Solo la magistratura, pertanto, potrà farà chiarezza. Mi auguro che non ci sia stata alcuna commistione. La certezza, intanto, è che per incapacità politica è stato favorito il bagarinaggio.

Necessaria, quindi, una svolta repentina. Altrimenti si rischia di bloccare un indotto…

Se un turista è in coda ore e ore davanti al Colosseo, non può visitare altri monumenti, far girare l’economia sul territorio, andare in luoghi meravigliosi e meno pubblicizzati della capitale. Un turismo mordi e fuggi, incentrato principalmente su due giorni di soggiorno, blocca i visitatori tra San Pietro e i Fori Imperiali e non consente di ammirare bellezze indiscusse come i Musei Capitolini, meravigliosi, ma troppo poco conosciuti.

Tali azioni, però, devono tener conto dei tempi stabiliti per il Giubileo…

Una città, lontana anni luce da uno sviluppo di carattere strutturale, certamente, non si avvicina nel migliore dei modi al grande evento. Stiamo parlando di un qualcosa che si tiene ogni 25 anni.
Azioni concrete occorrono adesso. Se non si interviene sul Colosseo, non lo si fa da nessuna parte. Sono indispensabili opere e cantieri, ma non gestiti come quelli di Piazza Venezia o Rione Prati.


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