Ambiente

L’invasione di Ottana e in Sardegna torna l’incubo delle cavallette

di Angelo Vitale -


Una catastrofe, per alcuni. Un incubo sicuramente, per agricoltori e allevatori. La piana di Ottana, al centro della Sardegna, è nuovamente invasa dalle cavallette. Il climate change certo, ma non solo. La stampa locale usa toni severi nei confronti della Regione con accuse di impreparazione, impotenza, supponenza, incapacità e burocrazia dal 2019, rivolte all’inerzia della squadra di governo di Christian Solinas. Ciò che emerge lampante dalla rapida ricognizione che L’identità ha svolto è la totale incertezza sui numeri del fenomeno. Non li hanno le associazioni di categoria, non si sente di doverli dare la Regione: forse 60 mila gli ettari colpiti, suscettibili di diventare 100 mila. “Non li danno perché fotograferebbero la loro inerzia – accusa Desirè Manca, una combattiva consigliera regionale 5 Stelle -. Da 4 anni chiedo inascoltata che fossero fatti per tempo gli interventi di aratura tra novembre e dicembre, argine fondamentale per combattere le cavallette, e valutato anche l’intervento dell’Esercito. La risposta è stata negativa e ha condannato l’economia locale al collasso. Si parla di Ottana, ma ho segnalazioni che l’invasione abbia raggiunto anche la Gallura”.
Nega i toni catastrofici l’assessora all’Agricoltura, la leghista Valeria Satta. Ricorda che il fenomeno, datato al 1600, è pure celebrato da una cavalletta d’argento ex voto del Dopoguerra nella chiesa di Noragugume, uno dei Comuni colpiti. Poi puntualizza di avere questa delega da soli 5 mesi: “Non sono responsabile di quanto poteva essere fatto finora, ma oggi abbiamo finalmente in campo un’organizzazione integrata e 4 milioni di risorse, godendo anche dell’ausilio di prefetti e Province. Centinaia di uomini in azione con decine di mezzi, da giorni impegnati in un’attività che metro per metro deve scovare la schiusa degli insetti, poi aggrediti con la deltametrina. Un’attività incessante, che ogni giorno deve anche talvolta ritornare sui suoi passi, perché ormai gli insetti si spostano rapidamente da un terreno all’altro. Puntiamo al dimezzamento del fenomeno o almeno alla sua diminuzione, per essere pronti stavolta per i prossimi mesi a quanto il continuo work in progress ci suggerirà”. Gli studi fatti, anche con l’ausilio della Fao – quelli che la stampa locale definisce il bla bla bla della Regione -, non hanno infatti finora fornito un’indicazione univoca sulle azioni da intraprendere.
“L’aratura – spiega il commissario dell’agenzia regionale Laore, Mimmo Solina, anche lui sul pezzo solo da 5 mesi – è soltanto uno degli strumenti possibili. Oltre alla deltametrina, abbiamo utilizzato anche insetti antagonisti, con un risultato per ora insoddisfacente”.
Solina qualche numero lo dà: “Nel 2022 la Regione aveva iniziato un censimento dei terreni colpiti, per un totale di 6 mila ettari, da quelli siamo partiti. Un’azione complessa, perché si tratta di terreni in gran parte abbandonati e non coltivati, sovrapascolati e perciò fertili per la nidificazione delle cavallette. Lavoreremo così fino a giugno, per attaccarli poi anche quando saranno pronti al volo, per contrastare la loro aggressione alla produzione agricola, specie quella frutticola”.
Se non una catastrofe, sicuramente un durissimo colpo all’isola. Intanto, stavolta c’è stata “un’azione di contrasto decisamente più forte rispetto agli anni scorsi, dove si è tuttavia fatto ben poco, ma su cui a oggi sarebbe ancora prematuro esprimere un giudizio preciso”, nota il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele.

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