Attualità

L’Ipocrisia non Violenta di Amnesty

di Giuseppe Tiani -


L’ambivalenza produce mondi buoni e cattivi, dipende dall’interesse prevalente, l’assioma ideologico della sezione italiana di Amnesty, ha denunciato lo Stato poliziesco, con ritardo rispetto all’evoluzione, democratica e istituzionale, culturale e civile della nostra polizia.

Un rattrappimento culturale più che storico, espressione di protervia morale rispetto all’analisi di fatti e contesti, privando d’etica una funzione sempre più impregnata dal provincialismo politico dell’Italietta, svilendo così i nobili intenti per cui nacque Amnesty International.

L’indipendenza del ruolo interpretato attraverso la miopia ideologia e utopistica, offusca la facoltà di giudizio, come nel tiaso dionisiaco degli inebrianti cortei satirici. L’informazione artefatta lacera la verità, violentandola, e i giudizi di Amnesty Italia sono affetti da crisi di credibilità endemica, al pari dello scontro tra politica e giustizia.

La non violenza non può essere ambigua, se si ha rispetto dei diritti civili e umani di ogni persona, ma quando si disperde il valore dell’egemonia morale che deriva dall’indipendenza della generosa funzione, i giudizi sono inquinati e di parte. In Val di Susa, nell’ultimo sabato di luglio i poliziotti hanno fatto i poliziotti tutelando lo Stato comunità, questo l’oggetto dello scandalo.

Durante le devastazioni dei No Tav la polizia ha osato lanciare i lacrimogeni per contenere la violenza incendiaria e Amnesty ha denunciato un “uso sproporzionato della forza”, quindi polizia rea di aver lanciato troppi lacrimogeni, peraltro non indirizzati verso parroci che accompagnavano chierichetti in gita.
E non si trattava di un rave di Stato esaltato dal fumo dei lacrimogeni anche se privo di musica techno metal, in quanto prodotta in diretta dalle esplosioni di bombe carta e incendiarie o dal suono metallico delle armi dei No Tav. Gli osservatori di Amnesty non è accertato cosa osservino, al riparo da pietre, biglie, pali, bottiglie incendiarie e bombe carta lanciate contro poliziotti e mezzi, da orde di delinquenti incappucciati con caschi e maschere antigas.

Pardon, attivisti impavidi che proteggevano parroci e chierichetti dalla brutalità fascista sbirresca, una minaccia per i diritti civili. Diversamente, manifestanti armati dell’ultima moda ecopacifista, sono anime belle martiri della repressione poliziesca, che ha gasato un po’ troppo.
Il Ministro dell’Interno, preso atto, sta equipaggiando la polizia per far distribuire dagli agenti fiori e diffusori di oli esotici aromatici per i black bloc atei, rosari e santini di San Michele Arcangelo patrono della polizia per quelli credenti.


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