Esteri

L’ira di Prigozhin

di Ernesto Ferrante -


Nel momento probabilmente più delicato per la Russia dall’inizio dell’operazione militare speciale in Ucraina, deflagra in tutta la sua potenza la bomba Prigozhin. Il capo della Wagner ha parlato di oltre 20mila suoi combattenti caduti nella lunga battaglia per la conquista della città di Bakhmut. Parole durissime per la strategia adottata dalle autorità del suo Paese, il cui piano per “smilitarizzare” l’Ucraina non solo è fallito, ma è riuscito a “trasformare l’esercito ucraino in uno dei più potenti al mondo”. “Gli ucraini sono come i greci o i romani nel loro periodo di massimo splendore”. E questo perché “abbiamo fatto dell’Ucraina una nazione conosciuta da tutti in tutto il mondo”, ha detto l’oligarca, intervistato dal blogger vicino al Cremlino Konstantin Dolgov.
Yevgeny Prigozhin, notoriamente vicino al presidente Vladimir Putin, ha sottolineato che “se l’Ucraina all’inizio dell’operazione speciale aveva 500 carri armati, ora ne ha cinquemila. Se allora erano in grado di mettere in campo 20mila soldati, ora ne hanno 400mila”. Inoltre i soldati di Zelensky sono “altamente organizzati, altamente addestrati, la loro intelligence è ai massimi livelli e possono operare con uguale successo con qualsiasi sistema militare”.
Dietro la sua uscita potrebbero esserci i falchi putiniani, da tempo molto critici nei confronti delle colombe annidate nel ministero della Difesa, il cui atteggiamento “pavido” sta avendo un costo salatissimo in termini di vite umane e “risultati” militari, ritenuti insoddisfacenti.
Qualsiasi equipaggiamento militare, compresi gli F-16, utilizzato da Kiev sia nella zona dell’operazione militare speciale che al di fuori di essa è considerato un obiettivo “legittimo” per la Russia. E’ questo l’avvertimento lanciato nel corso di un punto stampa dal vice ministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov.
“Abbiamo ripetutamente affermato che qualsiasi equipaggiamento, qualsiasi arma utilizzata da Kiev nella zona dell’operazione militare speciale e non solo – abbiamo visto quanto è appena accaduto nella regione di Belgorod – è ovviamente un obiettivo legittimo”, ha proseguito Ryabkov, rispondendo alla domanda se i caccia F-16 saranno “un obiettivo legittimo per la Russia”.
Le forze di sicurezza russe sono ancora impegnate in operazioni di “pulizia” a Belgorod. Lo ha ammesso il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov, ribadendo che “ci sono stati numerosi attacchi con droni”. Le abitazioni danneggiate sarebbero 500. È in fase di ripristino la rete elettrica danneggiata durante l’incursione del gruppo di sabotaggio e ricognizione. “Successivamente, riprenderanno l’approvvigionamento idrico e le comunicazioni cellulari”.
Ilya Ponomarev, uno dei fondatori della Legione Russia libera, ha dichiarato al Washington Post che “sette villaggi sono sotto il nostro controllo, che si estende lungo 40 km di territorio russo”.
Ponomarev ha spiegato che la penetrazione è avvenuta principalmente dal posto di frontiera di Kozinka fra Ucraina e Russia, nel distretto di Grayvoron. Ma vi sono stati anche attacchi contro la regione di Bryansk, vicino alla Bielorussia, e in un altro punto più a sud. Inoltre, ha continuato ancora, è stato condotto un attacco di droni contro edifici del ministero dell’Interno e dei servizi dell’Fsb nella città di Belgorod.

Torna alle notizie in home