Esteri

L’Iraq espelle l’ambasciatore svedese rompendo ogni rapporto diplomatico con Stoccolma

di Martina Melli -


L’Iraq, in seguito alle proteste relative a un ipotetico rogo del Corano davanti all’ambasciata irachena a Stoccolma, ha deciso di espellere l’ambasciatore svedese dal proprio territorio e ha richiamato in patria il proprio incaricato d’affari in Svezia. Il governo iracheno aveva già “minacciato” di interrompere i rapporti diplomatici con la Svezia qualora un Corano fosse stato nuovamente bruciato.

A Stoccolma, infatti, alcuni manifestanti di estrema destra hanno preso a calci un libro che dicevano fosse il Corano fuori dall’ambasciata irachena, ma alla fine non l’hanno bruciato. Di risposta, centinaia di persone hanno preso d’assalto l’ambasciata svedese a Baghdad e l’hanno incendiata. Il ministero degli Esteri svedese ha condannato l’aggressione in un comunicato: “Gli attacchi alle ambasciate e ai diplomatici costituiscono una grave violazione della Convenzione di Vienna. Le autorità irachene hanno la responsabilità di proteggere le missioni diplomatiche e il personale diplomatico”.

Per i musulmani, il rogo del Corano rappresenta il sacrilegio per eccellenza. In passato, i roghi del Corano hanno scatenato rivolte, spesso sanguinose, in tutto il mondo musulmano. In Afghanistan, già da tempo, i talebani hanno sospeso tutte le attività delle organizzazioni svedesi nel Paese in risposta al recente rogo del loro testo sacro. Una protesta simile – da parte di un attivista di estrema destra – si era già tenuta all’inizio di quest’anno davanti all’ambasciata turca, complicando enormemente gli sforzi del Paese nordico di convincere la Turchia a farlo entrare nella NATO.


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