Attualità

L’Italia s’è donna

di Eleonora Ciaffoloni -

CAMERA DEI DEPUTATI NUOVO ALLESTIMENTO DELLA SALA DELLE DONNE, AGGIUNTA UNA FOTO DI GIORGIA MELONI


“Non ci hanno visto arrivare”, scriveva negli anni Novanta la saggista americana Lisa Levenstein. Come se fosse una sorpresa, come se dal cilindro del mago di turno uscisse, di punto in bianco, una donna. “Non ci hanno visto arrivare” ha detto Elly Schlein prima, e Giorgia Meloni poi. Eppure, un’ombra prima di loro era stata avvistata, ma forse non così evidente agli occhi di tutti. In ogni caso, anche senza ingresso da tappeto rosso, sono riuscite a rompere il famoso “tetto di cristallo nella stanza dei bottoni” e conquistare un primato.
Anno domini 2022, Giorgia Meloni diventa la prima premier della storia della Repubblica Italiana: una svolta storica, che si porta dietro lavoro e militanza di anni. Su di lei, gli occhi erano puntati: molto difficile non vederla arrivare. Per ultimo, da leader del partito Fratelli d’Italia ha portato il proprio partito alla vittoria e oltre le aspettative alle elezioni politiche dello scorso settembre. Ma Meloni parte da lontano: eletta nel 2004 alla Camera dei deputati, ha poi ricoperto il ruolo di sottosegretario di Stato per la gioventù e la politica sociale nel governo Berlusconi. Nel 2014 è stata eletta all’Europarlamento, dove ha presieduto la commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere e, di nuovo nel 2019 è stata rieletta alla Camera dei deputati. “Il punto non è quale sia il ruolo che gli altri hanno deciso per te: il punto è se tu lo accetti” ha detto la premier nella giornata di ieri nel suo intervento in occasione del nuovo allestimento della Sala delle Donne alla Camera. E, come se fosse un passaggio di testimone, ha citato l’altra donna che, pochi giorni fa, ha conquistato un altro primato.
Elly Schlein con la vittoria delle primarie del Partito Democratico è diventata la prima donna alla guida del gruppo dei dem e, ancora per la prima volta, nella storia della politica italiana troviamo due donne alla guida dei due più grandi partiti del Paese, guidando maggioranza da un lato, e opposizione dall’altro. Per Schlein, sicuramente meno che per Meloni, le avvisaglie di una cavalcata al potere erano meno evidenti: da vice di Stefano Bonaccini in Emilia-Romagna, arriva alla sfida con lo stesso governatore con uno svantaggio iniziale che agli occhi di tutti – anche dei sondaggi – sembra notevole. Non si fa abbattere dal risultato dei risultati dei circoli, che la mettono in netto svantaggio rispetto allo sfidante, e arriva a domenica 26 febbraio ribaltando il risultato e prendendo in mano il Partito Democratico in quella che, si auspicano i dem, potrebbe essere una rinascita. Traguardi che, nel 2023, ci dicono che la strada da fare è ancora lunga.
Ma qualcosa, all’orizzonte sembra vedersi. Perché a sessant’anni dalla legge che ha immesso le donne in magistratura, Margherita Cassano non più tardi di una settimana fa, è diventata la prima donna della storia italiana alla guida della Cassazione, dopo quarant’anni di carriera in Magistratura (dal 1980) e di vita dedicata alla giustizia e al Paese. un traguardo che deriva da una grande storia professionale su cui, a detta del presidente della Repubblica Mattarella, l’aspetto di genere “non ha influito sulla nomina”. Aspetto che vorremmo non influisse mai, come mai vorremmo che fosse un ostacolo, come spesso accade.
Non è il caso di quello che non smetteremo mai di definire orgoglio italiano. Samantha Cristoforetti, prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea e prima donna italiana – ed europea – comandante della Stazione spaziale internazionale. Nessuno stupore è sembrato esserci tra i colleghi: una nomina che ha rappresentato il riconoscimento del lavoro fatto, della professionalità e delle capacità dimostrate da astronauta e da studiosa. E non per merito di genere. Una sensazione che, invece, spesso emerge: essere donna-capo fa notizia; essere donna importante non sembra dovuto; essere donna di potere sembra quasi un miracolo. E questo potrebbe essere sì l’anno delle donne. Perché passi avanti sono stati fatti e, altri, se ne faranno. Ma di certo, il traguardo, per noi donne, sarà quando una nostra carica, o un nostro traguardo, o una nostra ascesa – che sia politica o imprenditoriale – non farà più notizia “perché è donna”. E magari, in un futuro non troppo lontano, non farà notizia la prossima Presidente della Repubblica.

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