Cronaca

Lite e antisemitismo all’Autogrill, “Noi siamo stati aggrediti”

La controquerela dei presunti aggressori del turista ebreo: "Video strumentalizzato"

di Cristiana Flaminio -

Frame del video registrato dal turista francese di religione ebraica che ha denunciato di essere stato aggredito verbalmente e poi fisicamente da una quindicina di persone domenica scorsa 27 luglio 2025 in un autogrill a Lainate, nell'hinterland di Milano. (aggressione, antisemitismo, ebreo, ebrei, famiglia, figlio)


Lite all’autogrill, ora i presunti aggressori del turista ebreo-francese presentano una controquerela contestando, con forza, la ricostruzione dei fatti accaduti domenica scorsa al ristorante sull’autostrada A8 nell’area di Lainate. L’annuncio è stato fatto dal legale degli indagati, l’avvocato Federico Battistini, che ha annunciato di aver presentato una denuncia direttamente in Procura a Milano.

L’altra ricostruzione della lite all’autogrill

A iniziare lo scontro, secondo la versione dell’avvocato, sarebbe stato proprio il turista ebreo: “I miei assistiti si sono fermati all’ autogrill di ritorno da una vacanza sul lago Maggiore. Sono entrati, hanno pagato la consumazione alla cassa e sono andati al bancone per prendere un caffè”. Fin qui, nulla di strano. Poi, ha raccontato il legale: “È sopraggiunto un uomo che ha iniziato a fissarli con insistenza, forse perché parlavano arabo. Questo individuo ha rivolto le sue attenzioni in particolare alle donne del gruppo, le quali indossavano dei ciondoli raffiguranti la cartina geografica palestinese”. Quindi, dalla ricostruzione, è emerso che in francese “avrebbe rivolto offese pesanti ricevendo come risposta la frase Free Palestine”.

La furia e le botte

“A quel punto, prima di girare il video che è poi stato oggetto di strumentalizzazione, l’uomo che oggi accusa falsamente i miei patrocinati di essere stato aggredito per motivi di odio etnico, nazionale, razziale o religioso ha rivolto alla compagnia di origine palestinese gesti offensivi, insulti razzisti e sessisti e minacce”, ha svelato l’avvocato. Che ha spiegato: “Da qui la reazione dei miei assistiti e dei loro familiari, ripresa con il cellulare, scevra da qualsivoglia finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso”. Insomma, è stata una rissa da bar. Ma non è finita qui: “Sempre l’uomo che lamenta di essere stato vittima della aggressione, è in realtà stato il primo a tirare una testata a uno dei miei assistiti, colpevole di avergli chiesto di cancellare il video e a scagliare un pugno al volto del di lui fratello”.

Tutti al pronto soccorso

I ragazzi si sarebbero fatti medicare al pronto soccorso. Dove, come ha spiegato il legale nel documento di querela sporto in Procura, “sono state diagnosticate lesioni, nello specifico trauma cranico e contusioni da percosse”. Il commento e la richiesta del legale sono netti: “Le persone da me patrocinate sono ben consapevoli di cosa significhi essere discriminati per motivi religiosi, etnici e razziali, e non intendono certo macchiarsi degli stessi crimini. Per questo le accuse di antisemitismo che sono state loro rivolte, unitamente alla diffusione delle immagini che li ritraggono, risultano particolarmente insopportabili, oltre ad averli esposti a gravi danni e a pericolo per la propria incolumità” conclude l’avvocato che chiede la rimozione del video o quanto meno di oscurare i volti ripresi.

Come proseguono le indagini

Sono due famiglie italiane al centro delle identificazioni da parte della Digos di Milano. Si tratta di nuclei composti anche da italiani di seconda generazione. Sono almeno una decina le persone ritenute coinvolte nell’aggressione. Nessuno di loro sarebbe già noto alle forze dell’ordine. Il fascicolo sull’ aggressione vede come ipotesi di reato quello di percosse (in assenza del certificato medico che certifichi le lesioni) con l’aggravante dell’odio razziale.


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