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Lo sbarco in Sicilia

di Domenico Pecile -

RENATO SCHIFANI POLITICO


È sicuramente cronaca di una vittoria annunciata quella del centro destra che in Sicilia in 127 Comuni si dovrà eleggere i sindaci. Le sfide più importanti si giocheranno a Catania, Ragusa, Trapani e Siracusa. Ed è proprio a Catania che i big del centro destra, il premier Giorgia Meloni, il segretario della Lega Matteo Salvini e il vicepremier e coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, chiuderanno oggi la campagna elettorale a sostegno del candidato sindaci Enrico Trantino L’appuntamento è alle 18 in piazza dell’Università. Per Trantino, candidato di Fratelli d’Italia, si ipotizza la vittoria già al primo turno (in Sicilia per evitare il ballottaggio basta infatti raggiungere il 40 per cento dei consensi). E proprio per questo i leader del centro destra hanno scelto Catania come palcoscenico ideale per festeggiare un risultato che – dicono – premia la grande unità della coalizione. Che, tra l’altro, oltre che sui voti di Fdi, Lega e Forza Italia, potrà contare anche sui voti della Dc Nuova di Totò Cuffaro, di quelli dell’autonomista Raffaele Lombardo e di quelli di Azione e Italia viva. Cuffaro – che vaticina il naufragio del patto con la Lega (anche per le sue critiche all’autonomia differenziata tanto cara al Carroccio) ma anche con Forza Italia – afferma che serve un patto federativo per un grande partito nazionale in vista delle europee. E quello della Sicilia è sicuramente, assieme ai ballottaggi di domenica in diverse città d’Italia, un test molto importante per i singoli partiti in vista dell’appuntamento del prossimo anno. Nel Centro destra danno per certo un grande successo del partito della Meloni che viene accreditato attorno al 20 per cento e quindi compirebbe un ulteriore balzo in avanti rispetto alle regionali dello scorso anno quando aveva ottenuto il 15,1 per cento. Forza Italia punterebbe a confermare il risultato delle regionali dove ha raggiunto il 14,7 per cento. Insomma, chi sta peggio nel centro destra è sicuramente la Lega che viene data in grande difficoltà, a riprova che il progetto del partito nazionale voluto suo leader non è mai decollato. E questo nonostante che Salvini, in qualità di ministro delle Infrastrutture – forte del disco verde al progetto del ponte di Messina – sia stato molto presente in Sicilia in queste ultime settimane. Non solo, ma di recente il Carroccio – dopo il flop alle regionali – ha sostituito il coordinatore regionale: l’eurodeputata Annalisa Tartino ha infatti preso il posto del presidente della Commissione Difesa alla Camera, Antonino Minardo. E un altro segnale dl malessere leghista è rappresentato dal caso di Trapani dove i seguaci dell’assessore regionale leghista, Mimmo Turano, hanno deciso di far convergere i voti sul candidato del Pd, Giacomo Tranchida. Da sottolineare che il M5S correrà solo, poi all’eventuale ballottaggio potrebbe far convergere i voti sui dem. Una nube che incombe sulla primavera del centro destra è quella del presidente della Regione, Giuseppe Schifani. La sua popolarità è in netto calo tanto che il gradimento lo pone al penultimo posto nella classifica dei governatori con il 21 per cento il che sta a significare che ha perso in pochi mesi circa il 30 per cento dei possibili sostenitori. Sul breve periodo questo non dovrebbe creare contraccolpi negativi per la coalizione. Ma in prospettiva il dato preoccupa sicuramente i tre leader, che una volta archiviate queste amministrative (eventuali ballottaggi l’11 e il 12 giugno) di certo dovranno affrontare il nodo-Regione. Ai tanti ostacoli non superati sul fronte della Sanità, a Schifani viene imputata anche la colpa di non aver saputo calarsi dalla realtà istituzionale a quella amministrativa. Il centro destra, che vorrebbe strappare Trapani al centro sinistra, è invece in difficoltà a Ragusa, dove i candidati sindaci sono quattro. A mettere i bastoni tra le ruote è il sindaco uscente di centro destra, Peppe Cassì, che si presenta con tre liste civiche in contrapposizione a Giovanni Cultrera, appoggiato da FdI, Lega e Forza Italia. Inoltre, a Ragusa è stata sollevata una questione morale per presunti illeciti che vede coinvolto lo9 stesso sindaco uscente e il suo capo di Gabinetto. Il centro sinistra punta su Riccardo Schininà, sostenuto dal Partito democratico e da quattro liste civiche e su Sergio Firrincielli M5S e una civica. A Ragusa si profila un ballottaggio tutto ancora da decifrare e il cui esito potrebbe penalizzare il centro destra a causa dello strappo di Cassì.

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