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“Lo scandalo si allargherà Il Pd non può darci più nessuna lezione di morale”

di Edoardo Sirignano -


“Non si possono fare sempre lezioni di moralità e di superiorità ed accusare sempre altri di aver distrutto la sinistra”. A evidenziarlo Nicola Danti, europarlamentare e attuale vice presidente di Renew Europe.

Lei è stato tra i primi europarlamentari a lasciare il Pd. Aveva già notato qualcosa che non funzionava a Bruxelles?

Come me, altri colleghi di quel gruppo, hanno iniziato l’esperienza a Bruxelles nel 2014, quando con Matteo Renzi il Pd prese oltre il 40%. Ma per qualche ragione, piuttosto che continuare a portare avanti il riformismo che caratterizzò quella stagione, al Parlamento Europeo come a Roma, ho visto tanti iniziare ad allontanarsi, prendere le distanze, arrivando persino a sposare la linea di Conte punto di riferimento dei progressisti. Per me aderire a Renew Europe è stata una scelta di coerenza, questa è la mia storia.

Aveva mai immaginato che potesse venir fuori uno scandalo come Qatargate?

Ciò a cui stiamo assistendo è fuori da ogni più lontana immaginazione. Ognuno di noi, parlo degli eurodeputati, ogni giorno incontra portatori di interesse, lobbisti, rappresentanti di Ong, associazioni, delle più diverse categorie. Il nostro mestiere è ascoltare i punti di visti diversi e poi, liberamente, decidere. Per questo esiste un codice di comportamento, regole di trasparenza e pubblicità che devono essere rispettate. I fatti che stanno emergendo non hanno nulla a che fare con ciò che legittimamente può essere fatto secondo le regole. Sono reati che hanno a che fare con il codice penale, non con il codice comportamento del Parlamento Europeo.

A suo parere il caso può allargarsi e vedere altre persone coinvolte?

Le cose che leggo sui giornali mi sembrano già molto rilevanti. Attendiamo le indagini e i processi per avere più chiarezza. Quello che è certo però è che il danno fatto alla nostra istituzione è enorme e recuperare la fiducia dei cittadini, anche per tutti i deputati che fanno onestamente il loro lavoro, non sarà facile.

Che idea ha rispetto agli ex parlamentari, che dopo aver finito il loro mandato, intraprendono la strada del lobbismo?

La mia idea è che loro come tutti gli altri, abbiano il dovere di rispettare la legge. Il lobbismo, nonostante la narrazione che viene fatta, non è il male. Il male è la corruzione e il non rispetto delle regole.

Prima lo scandalo Soumahoro, oggi quello relativo alle mazzette di Doha. Dove ha origine il cancro della sinistra? Qualcuno dovrebbe pentirsi, come ha chiesto Occhetto, che dichiara di aver pianto per molto meno?

Non si possono fare sempre lezioni di moralità e di superiorità ed accusare sempre altri di aver distrutto la sinistra. Contro di noi, contro Italia Viva e contro Matteo Renzi, è stato usato un vero e proprio armamentario di odio, che dovrebbe proprio essere estraneo alla politica. Mi dispiace ricordare che spesso le espressioni di odio peggiori siano venute proprio da chi per decenni ha coltivato la sua superiorità morale.

Il Pd, a suo parere, oggi ha ragione di esistere? Non sarebbero meglio due partiti: uno moderato che guarda al Terzo Polo e un altro alla sinistra?

Oggi il punto vero non è la più la distinzione, secondo lo schema dalemiano, fra centro e sinistra. La differenza è fra il riformismo, di chi fa politica con serietà e pragmatismo e il populismo ideologico. In questo senso il Pd andando dietro a Conte, Fratoianni e Bonelli, ha intrapreso una china evidente che non ha nulla a che fare con un percorso riformista.

Qualcuno accusa Bonaccini di essere troppo renziano. Con lui potrà esserci un confronto vero?

Se dovessi stare a vedere chi era renziano o troppo renziano avrei una lunga sfilza di dirigenti che ieri si sedevano in prima fila e oggi invece salgono sulle barricate dell’anti renzismo. Voglio fare un favore al Pd, evito di parlare del loro congresso. L’unico consiglio che mi sento di dargli è che cerchino di declinare qualche idea per il futuro piuttosto che parlare di un passato di successo che però hanno deciso di distruggere. Detto questo, credo che il Pd, persino a prescindere dal segretario che sarà eletto dalle primarie, sia destinato ad un rapporto sempre più stretto con il M5S, che avrà come naturale conseguenza, il definitivo tramonto di un approccio riformista interno.

Il Pd ha sbagliato a non sostenere Moratti e consegnare così la Lombardia alle destre?

L’alleanza del Pd con il M5S e il mancato sostegno alla Moratti, è una scelta che non guarda ad alcuna possibilità di vittoria, ma risponde a un chiaro segnale politico di carattere nazionale. È la strada che hanno deciso di percorrere, non avendo imparato evidentemente nulla della lezione delle politiche. Hanno voglia di riperdere, saranno accontentati presto. Noi invece, con Letizia Moratti, giocheremo una partita molto difficile, ma dall’esito non impossibile.

Renzi, a volte, viene accusato di essere troppo generoso nei confronti della Meloni. È d’accordo?

Io ascolto gli interventi in Aula, vedo la protesta per 18app, per il Mes, vedo i voti contrari. Mi pare piuttosto che il Terzo Polo sia l’unico a fare opposizione vera. Ciò significa incalzare la maggioranza, anche facendo proposte, e non protestando e basta. Si chiama politica. E Matteo la fa. Non è la prima volta che lo attaccano per questo.

A suo parere su quali punti può e deve essere intensificata la collaborazione con il governo?

Noi faremo la nostra opposizione, come stiamo facendo, sui contenuti e per questo darà molta noia alla maggioranza, più di quella ideologica della sinistra. Questo, però, non ci impedirà di dare il nostro sostegno costruttivo su singoli aspetti se sposeranno alcune battaglie che condividiamo, come sulla giustizia o sulla posizione atlantista in continuità con quella di Draghi. Insomma, non rinnegheremo le nostre idee e i nostri ideali perché qualcun altro li porta avanti.


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