Primo Piano

Lo scherzo dei russi e l’ira del premier, si dimette Talò

di Cristiana Flaminio -


Lo scherzo dei comici russi a Giorgia Meloni miete la prima vittima eccellente: si tratta di Francesco Talò che ha deciso di dimettersi dalla carica di consigliere diplomatico di Palazzo Chigi. Talò, intervistato da Libero, ha ammesso: “Non doveva succedere ma è successo”.

Francesco Talò ha affermato: “L’interlocutore era interessante. Abbiamo ricevuto una mail proveniente da un indirizzo plausibile e quindi si è svolta la telefonata con i suoi normali preparativi. Nella conversazione il presidente del Consiglio ha dimostrato una perfetta coerenza tra il suo pensiero ben conosciuto e le cose che ha detto. Questo è l’episodio, è adesso evidente che la gestione dell’episodio avrebbe potuto essere migliore, perché altrimenti non saremmo caduti nell’inganno”. Ma Giorgia Meloni non è stata la prima a finire nella “rete” dei comici Vovan & Lexus. Prima di lei, per dire, anche Boris Johnson, ex premier britannico, era stato “agganciato” dallo scherzo dei russi. “Un inganno che ci accomuna a tanti leader illustri, dotati di importanti apparati, strutture che li assistono, Paesi che dedicano alla sicurezza una notevolissima attenzione. Non deve succedere, ma è successo”, ha spiegato Talò.

Che ha continuato: “Per questo io ho ritenuto giusto assumermi la responsabilità per non aver effettuato quelle verifiche supplementari che sarebbero state opportune, sia pure in un contesto di grande impegno, di sovraccarico di lavoro del mio ufficio e di plausibilità del messaggio ricevuto”. L’ormai ex consigliere diplomatico di Giorgia Meloni dunque fa un passo di lato: “La vicenda ha suscitato uno scalpore che credo non si sia verificato in casi analoghi altrove e così ho ritenuto di dover rassegnare le mie dimissioni, anche perché spero che questo possa contribuire a continuare quel percorso avviato con il presidente del Consiglio che ha portato tanti importanti successi alla politica estera italiana in questo scorso anno, risultati che sono riconosciuti dall’opinione pubblica e soprattutto nel mondo”. Ma non è tutto: “Meloni è diventata rapidamente una protagonista nella scena politica europea e internazionale, grazie alla sua competenza, capacità di interloquire con i leader mondiali, grazie all’impegno profuso insieme intorno a alcune linee di azione su tutti i principali temi dell’attualità internazionale, abbiamo avuto sfide senza precedenti che si sono cumulate l’una con l’altra, un intreccio davvero terribile, a partire dalla guerra in Ucraina e ora al conflitto in Medio Oriente”. La scelta di farsi da parte, per Francesco Talò, deriva dal senso del dovere: “Io credo sempre opportuno assumersi le proprie responsabilità. Capisco che non sia molto comune, ma è un mio modo di essere. Penso di essere stato coerente, io prima di quarant’anni di carriera diplomatica, sono stato ufficiale dei Carabinieri, questa è un’esperienza che mi è rimasta per sempre, anche perché viene da una tradizione di famiglia. E questo senso del dovere, del sacrificio, del sentirsi sempre in obbligo nei confronti dello Stato, della nazione, fa parte della mia natura”.

“Sappiamo -spiega ancora l’ambasciatore- che c’è un’attenzione della Russia nei confronti dei Paesi occidentali, soprattutto su una nazione come l’Italia che è impegnata con coerenza, con un ruolo importante, a fianco dell’Ucraina nella resistenza all’aggressione. È una cosa di cui non ci si può sorprendere, dobbiamo quindi continuare coerentemente con questo impegno. Corrisponde ai nostri valori e interessi, è la politica che abbiamo portato avanti, lo ha detto chiaramente Meloni in quella telefonata e corrisponde alle mie convinzioni profonde”. E dunque: “Io ero ambasciatore alla Nato nei giorni dell’aggressione, nel febbraio del 2022, ho vissuto in diretta quelle giornate, non posso dimenticare quell’impegno corale dell’Alleanza. È una sfida quotidiana, non si è mai attrezzati alla perfezione, la perfezione non esiste, questo ci deve indurre a sforzarci sempre di più. Siamo consapevoli, è un tema discusso ampiamente nella Nato, nell’Unione europea e in Italia, dobbiamo avere gli occhi aperti e convincerci delle nostre opinioni, per capire come possono essere a rischio di disinformazione e distorsione della verità. E non oso pensare a cosa potrebbe succedere un giorno con l’applicazione dell’intelligenza artificiale, che può portare al rischio supremo”.


Torna alle notizie in home