Politica

Lo spettro Draghi unica chance di Renzi-Calenda

di Adolfo Spezzaferro -


L’ex ministro apre alla proposta del leader di Italia Viva “Ci sono tutte le premesse” per trovare l’accordo elettorale

Carlo Calenda e Matteo Renzi stanno lavorando all’accordo per il terzo polo, in nome dell’agenda Draghi e con l’intenzione di riportare proprio SuperMario a palazzo Chigi. L’accordo con Italia Viva è in dirittura d’arrivo? “Ci stiamo lavorando, spero che il terzo polo nasca, ci sono tutte le premesse per farlo nascere”. Così il leader di Azione, intervistato da Massimo Giannini sul sito della Stampa. “Non ci sarà un incontro oggi (ieri, ndr) con Renzi”, chiarisce Calenda, precisando che “sui contenuti con Italia viva c’è vicinanza, ora bisogna integrare due corpi che politicamente sono stati distanti negli ultimi tempi”. A fine giornata poi taglia corto con i cronisti che lo pressano: “Non parlo più di accordi finché non sono stati siglati col sangue”, dice arrivando alla sede di Azione. Dal canto suo, Renzi ha messo sul tavolo la sua disponibilità: “Se Calenda ci sta, noi ci siamo. Il terzo polo richiede generosità e impegno”. Una apertura rispetto alla quale, però, a sentire fonti di Iv, “da Azione” sono arrivate “reazioni molto fredde”. Ma Calenda conferma che si va verso l’accordo: “Parliamo soprattutto di cosa vogliamo fare, stiamo definendo, stiamo definendo tutto, e definiremo anche i collegi”.
Per quanto riguarda il problema della raccolta firme in caso Azione decidesse di correre in solitaria, il leader assicura: “Siamo esentati”. Ma su questo non ci sono certezze, perché l’ultima parola spetta alle commissioni competenti e a liste depositate.
I nodi da sciogliere non sono tanto sul programma ma sulle candidature. Ci sono i big di Azione in fila per rientrare in Parlamento: come le ex FI Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini, Matteo Richetti, Andrea Mazziotti, Enrico Costa, Andrea Cangini tra questi. Stesso discorso per i renziani. “Con il 5%, a portata di mano, siamo sicuri di portare in Parlamento il nostro gruppo storico. Ma se dobbiamo dividere tutto con Calenda…” fa presente un deputato di Iv. Anche se il 5% a onor del vero non è esattamente alla portata del partito di Renzi, il quale nella giornata di oggi ha convocato gli organismi di Iv per decidere il simbolo.
La sensazione comunque – che di certo è la stessa che ha Renzi – è che Calenda vuole dettare le condizioni dell’accordo partendo da una posizione di forza, almeno secondo quanto dicono i sondaggi. “Le vicinanze programmatiche ci sono quasi tutte, bisogna adesso integrare due corpi hanno avuto impostazioni politiche diverse, una ha fatto un governo con i 5 Stelle, l’altra no”, è la frecciata all’ex premier (del governo di cui il leader di Azione è stato ministro). “Nel terzo polo ci sarà una leadership, lo decideremo”, dice Calenda a Giannini. Lei o Renzi? “O magari un terzo, o magari una terza, chi lo sa?”, è la replica. “Io credo – aggiunge – che si possa lavorare se è chiaro chi fa il leader. Ma è prematuro dirlo. Avendo imparato dalla esperienza precedente lo dico solo se c’è una cosa sicura”. Il riferimento è all’accordo con il Pd di Enrico Letta, mandato in fumo proprio dal leader di Azione. Ancora, “non faremo politiche dei due forni perché c’è un forno sovranista che è estremamente pericoloso”, dice Calenda, come se stesse parlando a nome di un terzo polo che ancora non esiste. “Cercheremo di costruire una maggioranza larga che consenta a Draghi di rimanere perché i prossimi anni che ci spettano sono talmente complicati e difficili che non si possono affrontare con maggioranze che sono totalmente eterogenee”, però il terzo polo, questo sì, “vuole essere il perno di un bilanciamento verso il centro, verso il pragmatismo di destra e di sinistra”, aggiunge.
Su una cosa sono d’accordo, i due ex Pd: il ritorno di Draghi come panacea per tutti i mali (del centrodestra). “La sfida è vincere al proporzionale al Senato per tenere Mario Draghi a Palazzo Chigi e sfasciare la destra”, afferma Calenda alla Stampa. Renzi gli fa eco: “Non sono uno di quelli che fa la politica su Twitter e in televisione. Il terzo polo è un’occasione straordinaria, se c’è il terzo polo cambia il Paese e se c’è il terzo polo Draghi può tornare a palazzo Chigi. Se Calenda lo vuol fare noi ci siamo, in modo molto aperto e generoso; se Calenda per motivi suoi non lo vuol fare lo rispettiamo, però ormai il tempo stringe”, è l’invito del leader di Iv.


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