Attualità

Lo stupro come arma di guerra: una violenza pianificata per terrorizzare le comunità

di Martina Melli -


Lo stupro in guerra c’è sempre stato ma non ha mai avuto i connotati di questi ultimi tempi di grandi conflitti. La violenza sulle donne è ormai un’arma sistematica con cui non solo si umilia, si sottomette, si afferma il dominio e la sopraffazione, ma con cui si cerca di annientare anche la dignità e l’esistenza stessa del popolo a cui quelle donne appartengono. Oggi, le violenze compiute ai danni delle donne del Paese nemico vengono spesso riprese, condivise in diretta streaming per mortificare le vittime, le famiglie, e terrorizzare l’intera comunità. Susanna Campione, senatrice Fratelli d’Italia, ha promosso un convegno con la partecipazione speciale di una delegazione israeliana e una ucraina (oltre che del ministro delle Pari Opportunità Eugenia Roccella, l’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi di Santagata, il presidente dei senatori di FdI, Lucio Malan, il presidente della Commissione Affari Costituzionali Alberto Balboni, le parlamentari del Pd Lia Quartapelle e Valeria Valente, la vice ambasciatrice ucraina in Italia Oksana Amdhzadin) dedicato al tema della violenza contro le donne come strategia di guerra. La senatrice, con l’occasione, ha annunciato che presenterà un ddl che sanzioni gravemente questo crimine – probabilmente il più taciuto e meno condannato – aperto a tutti coloro che vorranno sottoscrivere e dare il loro contributo. Durante il convegno si è voluto riflettere soprattutto sulle atrocità perpetrate da Hamas lo scorso 7 ottobre nei confronti delle donne palestinesi, e su quelle subite dalle donne ucraine per mano dei miliziani russi. I terroristi di Hamas hanno stuprato le donne palestinesi in modo strutturato, pianificato, filmando le violenze e condividendole live sulle piattaforme social. Si è trattato dunque di una violenza organizzata, volta a terrorizzare non solo il singolo individuo ma l’intera comunità di appartenenza, annientandone, così facendo, l’identità stessa. Shelly Tal Meron, Onorevole della Knesset, si è fatta portavoce di alcune storie raccapriccianti accadute il 7 ottobre, come quella di una donna di 34 anni – madre di due bambini – che è stata aggredita al festival musicale Supernova di Tel Aviv. La donna è stata poi spogliata, stuprata e uccisa davanti al marito.
Il convegno ha assunto principalmente il punto di vista israeliano e ucraino.
Unica voce fuori dal coro, la senatrice Valeria Valente che, pur condannando le inimmaginabili violenze compiute da Hamas il 7 ottobre e non solo, ha usato parole dure anche rispetto a ciò che sta succedendo in questo momento a Gaza contro migliaia di civili palestinesi innocenti. La senatrice Pd ha evidenziato come la violenza sessuale contro le donne sia utilizzata allo scopo di annientare il corpo femminile, un corpo potente perché in grado di dare la vita. Il prof. Eyal Fruchter, amministratore delegato del centro medico di salute mentale di Maalei Hacarmel, parlando con L’Identità, ha sottolineato come serva un approccio completamente diverso alla gestione e alla cura del “disturbo da stress post traumatico” (ptsd) relativo agli stupri di guerra, esperienza ben diversa e se possibile ancora peggiore degli stupri “tradizionali”. “Siamo di fronte a una nuova fase della guerra. Questi stupri non sono atti di dominanza, come gli stupri “one on one”, ma hanno un impatto più vasto, servono a terrorizzare le comunità. Sappiamo come trattare i ptsd standard, ma questa è una cosa completamente diversa. Lo stupro in tempo di guerra c’è sempre stato ma in passato non veniva pianificato e non c’erano i social media che riescono a diffondere il terrore ovunque nel mondo. Si tratta di una problema internazionale e non sappiamo come trattare questo tipo di ptsd: non sappiamo come costruire la resilienza necessaria per superare questo tipo di traumi, perché una cosa del genere rompe la cultura familiare, la cultura del popolo, l’identità nazionale. Vanno cambiate le leggi e i concetti su cui si basano le leggi”.
Per la delegazione ucraina, ha parlato, tra molti autorevoli speaker, anche l’Onorevole Olena Khomenko che ha ricordato come anche la Russia abbia sempre usato lo stupro come arma di guerra nei confronti delle donne ucraine e di come si tratti di un crimine che in molti casi non viene denunciato. L’Onorevole ha inoltre sottolineato come nel diritto russo la violenza di genere non sia riconosciuta; di come non ci siano leggi che regolamentano e puniscono la violenza domestica e i femminicidi in Russia. Ciò significa che tutti questi crimini non verranno mai perseguiti dalla giustizia di quel Paese.


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