Politica

L’occhio dell’antimafia sul voto di scambio a Bari, Torino e Palermo

di Giuseppe Ariola -

Commissione parlamentare Antimafia


Vicende differenti ma tutte con al centro il rapporto tra politica e malaffare che si traduce in compravendita di voti o voto scambio. E’ sostanzialmente questo il fulcro delle tre le recenti inchieste scoppiate da Nord a Sud del paese. Prima Bari, poi Torino e immediatamente dopo Palermo. Queste le città in cui la magistratura sta indagando per far luce su dinamiche torbide che hanno influenzato il rinnovo e, più in generale, la vita stessa delle amministrazioni locali. Tre casi che saranno adesso attenzionati anche dalla commissione parlamentare antimafia, guidata da Chiara Colosimo, che si è subito attivata chiedendo gli atti di tutte e tre le inchieste.

Già oggi l’organismo parlamentare ascolterà la presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Bari Giulia Romanazzi, il magistrato che ha disposto l’amministrazione giudiziaria della società municipalizzata Amtab, l’azienda che secondo le indagini, a cui sono seguiti oltre 100 arresti, sarebbe coinvolta per presunte infiltrazioni. Un’audizione alla quale seguiranno, sebbene non siano state ancora fissate le date, anche quelle del sindaco di Bari Antonio Decaro e del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che la commissione antimafia è intenzionata a convocare, probabilmente anche a causa di una seconda e più recente inchiesta. Nel capoluogo pugliese, dove si voterà il secondo fine settimana di giugno, sono infatti in corso gli accertamenti della commissione d’accesso voluta dal Viminale che non determineranno però uno slittamento delle elezioni amministrative, come ha confermato lo stesso ministero dell’Interno. Ciononostante, le indagini hanno provocato forti scossoni politici a causa del presunto coinvolgimento del Pd a causa del quale Conte ha deciso di far saltare le primarie del centrosinistra mettendo in crisi la coalizione. Fermenti che si sono intensificati a seguito del caso scoppiato a Torino ai danni sempre di un esponente dem accusato di aver ‘barattato’ voti per i suoi candidati in cambio di favori di vario genere.

A sedere gli animi tra le forze di sinistra è poi intervenuta una terza indagine, questa volta su un ex consigliere comunale di Palermo iscritto a Fratelli d’Italia, che ha scatenato la reazione delle opposizioni, finalmente allineate dopo giorni di forti turbolenze. Una pace su cui incombe la decisione di Giuseppe Conte, che dovrebbe essere resa nota questa settimana, circa la permanenza o meno del Movimento 5 Stelle nella Giunta Emiliano.


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