Cultura & Spettacolo

L’omaggio di Verona a Zeffirelli. All’Arena la sua Aida più amata

di Redazione -


di GIOSUÈ CALANDRINO
Il grande maestro nasceva a Firenze il 12 febbraio 1923. Nella ricorrenza esatta di quello che sarebbe stato il suo 100° compleanno, Fondazione Arena di Verona mette in scena la prima Aida al Teatro Filarmonico nell’allestimento più “piccolo” ma allo stesso tempo geniale e sontuoso di Zeffirelli, con un cast di primo piano diretto da Massimiliano Stefanelli. Recite 12 febbraio (15,30), 15 febbraio (19,00), 17 febbraio (20,00), 19 febbraio (15,30).
Zeffirelli è stato un personaggio planetario, uno dei nostri massimi artisti, uno degli ultimi uomini del Rinascimento, un grande artigiano dei costumi, un talento di idee che il mondo ci ha invidiato: regista, sceneggiatore, scenografo, costumista, un ribelle, un conformista, un sognatore, un appassionato instancabile del suo lavoro: un fenomeno! Al di là dei suoi successi, dei suoi riconoscimenti nei teatri di prosa, del mondo della lirica e in innumerevoli campi artistici, vorrei ricordarlo in uno dei suoi film del 1972, “Fratello Sole Sorella Luna”, dove ha lasciato un solco di brividi dentro me, per la sua capacità di rappresentare la natura, i colori, l’armonia, la sensibilità al bello, ai particolari, alla poesia, alla grazia e alla delicatezza, nell’esporre e nel rappresentare un uomo che si sveste dei propri beni materiali per abbracciare la povertà e l’amore per il prossimo. E quando rivedo in Arena Il Trovatore, la Carmen e La Traviata di Zeffirelli mi vengono gli stessi “brividi”, per la sua immensa capacità, di rappresentare con la sua regia e la scenografia, opere che nessun artista al mondo ha mai rappresentato in modo così fenomenale, meraviglioso e straordinario.
Ma tornando ad Aida, un’opera che di solito richiede grandi spazi, mi incuriosisce come potrà essere messa in scena in uno spazio del Filarmonico, ben più piccolo di quanto non sia l’Arena.
Il maestro Stefanelli però ci spiega, che questa Aida è uno studio ravvicinato, che ciascuno ha i propri progetti, che i sogni sono parte determinante della nostra vita e che vanno perseguiti fino all’ultimo giorno… Dal 12 febbraio a Verona, l’occasione è quindi imperdibile, per riscoprire o conoscere per la prima volta questo capolavoro del teatro musicale, in una forma visivamente sontuosa, con una direzione chiara e ideale, a tratti geniale, per le soluzioni che l’ambizioso Zeffirelli propone anche nella versione per piccolo teatro, così come fu la regia nel 2001, nel ridotto palcoscenico a Busseto.
Ma questa lirica ci insegna anche che l’ultima parola che Amneris proferisce in Aida è “pace”, che rimane l’unica fonte di futuro per l’umanità. La sua voce si eleva e la voce dei Sacerdoti decade…e ci ricorda: che il potere distrugge l’uomo anche quando l’uomo è di potere!

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