Cultura & Spettacolo

L’opera? In lenta ripresa e la Scala è sempre il top

di Riccardo Lenzi -

The La Scala opera house's season opener to attend ‘Don Carlo’, in Milan, Italy, 07 December 2023. The Scala opera house season opener is considered one of the highlights of the European cultural calendar. ANSA/MATTEO CORNER


Come ogni fine anno, quasi fosse un check-up sulla sua salute, è arrivato il rapporto Siae (La Società Italiana degli Autori ed Editori) con i dati riguardanti la musica d’opera per l’anno 2022. Ne risulta che l’opera soffre, ma si sta riprendendo lentamente, dopo la crisi dovuta al Covid. La Scala si conferma il palcoscenico operistico coperto con più spettatori e incassi per singoli spettacoli. Una ripresa incompleta però, rispetto al pestifero 2020-21. Nel 2019 la Siae contava 3667 eventi operistici con 2,5 milioni di spettatori e un incasso di 112 milioni di euro.

E nel 2022 le cifre non arrivano a tanto, con 2643 spettacoli, 1,73 milioni di spettatori e 84,5 milioni di incasso, il che tradotto in nude percentuali vuol dire un 25 per cento in meno di incassi. Insomma, una cifra grande esattamente due volte rispetto all’anno precedente (+100,23%), ma il dato è ancora lontano rispetto al 2019 (-23% circa). Ma veniamo alle graduatorie degli enti. Ai primi due posti due luoghi sacri della lirica come l’Arena di Verona e la Scala di Milano. Per quanto riguarda il successo delle opere in termini di presenze, sono ai primi cinque posti cinque spettacoli veronesi.

Mentre il singolo spettacolo che ha incassato di più nel 2022 è stato il “Boris Godunov” di Mussorgskij, quello dell’inaugurazione scaligera, mercé i prezzi elevati della serata di Sant’Ambrogio. Ma il primato per gli spettatori alla Scala l’ha ottenuto sempre nel 2022 il “Piccolo principe” di Pierangelo Valtinoni, spettacolo forgiato per le nuove generazioni, con il costo del biglietto simbolico di un euro, con 26311 presenze, superando gli altri spettacoli super pubblicizzati del Piermarini.

Altre curiosità: l’offerta di spettacoli di lirica presenta una densità di 0,045 spettacoli ogni mille abitanti, con una grande variabilità tra i vari territori. In sole quattro regioni tra il Nord e il Centro Italia, infatti, si concentra praticamente la metà (49,15%) dell’offerta nazionale: Lombardia (459 spettacoli, 17,37% del totale nazionale), Emilia-Romagna (331 spettacoli, pari al 12,52%), Lazio (259 spettacoli, ossia il 9,80%) e Toscana (250, vale a dire il 9,46%); seguono le due regioni del Veneto e della Sicilia, rispettivamente con 207 e 200 spettacoli. In Friuli-Venezia Giulia, invece, si registra il più alto livello di densità di offerta: circa 0,114 spettacoli ogni mille abitanti (+154% sulla media-paese).

Nelle altre regioni d’Italia le cifre restano ben più ridotte. In particolare, in cinque regioni, di cui quattro al Sud, l’offerta è quasi assente: Abruzzo (15), Basilicata (11), Calabria (7), Molise (6) e Valle d’Aosta (2). In tutte le regioni del Mezzogiorno, nessuna esclusa, la densità di offerta sul territorio è notevolmente inferiore al dato medio nazionale, con scostamenti che vanno dal -37% in Puglia (0,28 spettacoli ogni mille abitanti) al -92% della Calabria (appena 0,004 spettacoli). Per quanto riguarda gli spettatori, l’affluenza agli spettacoli cresce, soprattutto in estate, ma la domanda è ancora distante dalle cifre del 2019. Nel 2022 gli spettatori della lirica sono 1.737.537, in netta ripresa sull’anno precedente (+ 165%) e ancora in numero inferiore di poco meno di un terzo (-29,85%) agli oltre 2,4 milioni raggiunti nel 2019.

Ed ecco la classifica delle opere per numero di spettatori con, di seguito, il numero di rappresentazioni dello spettacolo preso in esame: al primo posto l’Arena di Verona con l'”Aida” di Verdi, 89.869 per 11; al secondo ancora l’Arena con “Carmen” di Bizet, 68.44 per 9; al terzo sempre l’Arena con “Traviata” di Verdi, 49.839 per 7; al quarto l’Arena con “Nabucco” di Verdi, 49.548 per 8; al quinto l’Arena con “Turandot” di Puccini, 48.405 per 7; al sesto il Teatro alla Scala di Milano con “Il piccolo principe”, 26.331 per 16; al settimo le Terme di Caracalla a Roma con la “Carmen” di Bizet, 18mila per 5; all’ottavo la Scala di Milano con il balletto “Schiaccianoci” di Ciaikovskij, 17.039 per 11; al nono la Scala di Milano con il “Boris Godunov” di Mussorgskij, 15.856 per 9. Al decimo, infine, ancora la Scala con “Don Giovanni” di Mozart, 15.364 per 11.


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