Esteri

L’Orso e il Dragone

Samarcanda, Putin e Xi. L'Ombra della Guerra. Un patto contro l'Occidente. Cos' l'Orso e il Dragone disegnano il Nuovo Mondo.

di Adolfo Spezzaferro -


Samarcanda, Putin e Xi. L’Ombra della Guerra. Un patto contro l’Occidente. Cos’ l’Orso e il Dragone disegnano il Nuovo Mondo.

Samarcanda torna al centro del mondo, crocevia tra Europa e Asia, tappa dell’antica via della seta, la città persiana oggi in Uzbekistan è teatro dell’incontro, il primo dall’inizio del conflitto in Ucraina, tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping. L’asse Pechino-Mosca è l’attuale perno del summit Sco (Organizzazione per la cooperazione di Shanghai) di Samarcanda. Basti pensare che per l’occasione si incontreranno anche il premier indiano Narendra Modi e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (in perfetto equilibrio nella sua doppia natura di membro Nato e di partner della Russia). Nonché il presidente iraniano Ebrahim Raisi, appena ammesso allo Sco. E se Putin ribadisce la centralità dell’Onu negli equilibri globali, per i media mainstream il summit è già tacciato di essere anti-occidentale.

“Il tandem Mosca-Pechino gioca un ruolo chiave nel garantire la stabilità globale e regionale. Sosteniamo insieme la formazione di un mondo giusto, democratico e multipolare basato sul diritto internazionale e sul ruolo centrale dell’Onu, e non su alcune regole escogitate da chi sta cercando di imporle agli altri senza spiegare di cosa si tratta. I tentativi di creare un mondo unipolare hanno ormai preso una brutta piega e sono inaccettabili per la stragrande maggioranza degli Stati. Apprezziamo molto la vostra posizione equilibrata in relazione alla crisi ucraina”, dice il presidente russo a Xi.

“Caro presidente Putin, mio caro amico di lunga data, sono molto felice di incontrarti di nuovo. Di fronte ai colossali cambiamenti del nostro tempo su scala globale, senza precedenti, siamo pronti con voi a dare l’esempio di grandi potenze mondiali responsabili e di svolgere un ruolo di guida per portare stabilità ed energia positiva in un mondo scosso da disordini sociali”, risponde il presidente cinese.

Se Xi giudica legittima la reazione della Russia contro l’Ucraina in difesa delle popolazioni russofone del Donbass, Putin ricambia il favore e in merito alla crisi di Taiwan ribadisce che il suo Paese aderisce fermamente al principio della Cina unica e condanna le “provocazioni” da parte degli Usa e dei suoi partner nella regione.

Lo Sco, strumento di influenza cinese nella regione, riunisce i rappresentanti del 41 per cento della popolazione mondiale e del 24 per cento della ricchezza planetaria. Sbaglia dunque chi legge questo summit in chiave anti-Nato: Russia e Cina non sono alleate militarmente. Sbaglia anche chi pensa che la Russia sia succube della Cina, che fa grandi affari con il petrolio di Mosca a prezzi stracciati (come l’India, del resto). Secondo alcuni analisti, infatti, la Russia non cederà sovranità a Pechino. Tra l’orso e il dragone c’è un equilibrio sottile, ma c’è un equilibrio. Mentre nel resto del mondo no. E la colpa di questo caos, a sentire Mosca e Pechino, è dell’Occidente.

Vero è tuttavia che l’attuale multipolarismo a ben vedere si potrebbe ridurre a un bipolarismo Usa-Cina, in cui la Russia sta un po’ stretta. Pechino domina l’Oriente, mentre Mosca sta nel mezzo e si rivolge all’Oriente ora che è in guerra con l’Occidente: con le armi in Ucraina e con le sanzioni nei confronti di Usa e Ue. Ma né Mosca né a maggior ragione Pechino intendono rinunciare al mercato occidentale. Le guerre passano, gli affari restano. Al contempo però è innegabile che in questa fase Cina, Russia e India abbiano spostato l’asse del mondo a Est. E non è un caso che né Pechino né Nuova Delhi abbiano condannato l’operazione militare speciale di Putin.


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