Attualità

Luci spente contro il caro energia, la nostra solidarietà ai commercianti di Roma

di Redazione -

04/08/2015 - PORTO ALEGRE, RS, BRASIL - Matéria sobre o parcelamento dos servidores pelo governo Sartori. tags: dívida, contas, financeiro, finanças, banco, dinheiro. Foto: Guilherme Santos/Sul21


Solidarietà ai commercianti di Roma, che dalle ore 12,00, stanno spegnendo le luci dei loro esercizi commerciali come protesta contro il caro energia.

Gas: il silenzio di Draghi, Europa in ordine sparso

L’inverno si avvicina, ma Draghi continua a perdere tempo. Slitta il Consiglio dei Ministri previsto nel pomeriggio di ieri. Mentre Palazzo Chigi non intende commettere errori su un provvedimento a cui è legata la sopravvivenza di migliaia di imprese, gli effetti delle sanzioni inflitte alla Russia, dopo l’attacco all’Ucraina, preoccupano e non poco gli italiani. Gazprom comunica che, dal 31 agosto al 3 settembre, sarà chiuso il gasdotto Nord Stream, canale fondamentale di rifornimento per il nostro Paese. La ragione del blocco sarebbero i lavori di manutenzione previsti per l’unità di pompaggio. Le rassicurazioni provenienti dal Cremlino, però, non lasciano dormire sogni tranquilli a chi oggi si trova a guidare il Paese in uno dei suoi momenti più difficili. Se in Francia i rincari sono al 4 per cento, qui sono al 500 per cento. Tantissime le Pmi che già dal prossimo mese potrebbero trovarsi ad abbassare la saracinesca a causa di bollette insostenibili. Non bastano le dichiarazioni provenienti dal Cremlino che si dichiara “sempre pronto a onorare i suoi obblighi per le forniture” a imporre rallentamenti nel realizzare il cosiddetto piano salva autunno. Le dichiarazioni del portavoce di Putin Peskov, anzi, devono far riflettere considerando che egli stesso ritiene “difficili da capire e impossibili da spiegare” le sanzioni imposte alla Russia dall’Europa dopo il conflitto in Ucraina. La voce di Mosca si rivolge addirittura ai cittadini, sostenendo come la politica, schierandosi con Kiev, sta costringendo i propri cittadini a pagare il prezzo più alto delle guerra.

Ecco perché rapidità e strategia continentale unica devono essere le priorità da adottare in un momento che mai si era verificato nella storia. Un messaggio lanciato a chiare lettere dalla stessa presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, intervenuta al Baltic Sea Energy Security Summit di Copenhagen: “I prezzi dell’energia stanno battendo record dopo record. Le conseguenze per le famiglie e le imprese non sono sostenibili. Dobbiamo affrontare il problema insieme e con urgenza. I prezzi dell’elettricità alle stelle stanno mettendo in evidenza, per diversi motivi, i limiti del nostro attuale disegno del mercato elettrico, sviluppato in circostanze completamente diverse”. Per tale ragione Bruxelles sta lavorando a un intervento di emergenza e a una riforma strutturale del mercato dell’energia elettrica. La presidentessa della Commissione Ue, però, non esclude una linea dura nel caso in cui i rifornimenti al continente fossero a rischio. Von der Leyen, comunque, non intende creare allarmismi, considerando che il caldo non durerà ancora per molto: “Abbiamo raggiunto una media nell’Unione Europea di riempimento degli stoccaggi dell’ottanta per cento, quindi sostanzialmente abbiamo già raggiunto l’importo che abbiamo concordato per quest’anno. Si tratta certamente di una buona notizia”.

Per dare fiato agli italiani, intanto, con un decreto ministeriale Mef-Mife, dovrebbe essere varata la proroga dello sconto sui carburanti, in scadenza il 20 settembre. I prezzi alla pompa non dovrebbero decollare fino al 5 ottobre. Il tutto verrà finanziato con l’extragettito Iva di luglio, considerando che ancora non si conosce quello di agosto. Prosegue, intanto, senza sosta, il lavoro sul Pnrr. A oggi sono stati adottati 1260 provvedimenti, di cui 532 solo negli otto mesi del 2022. Il governo aveva ereditato dai precedenti esecutivi 679 provvedimenti da adottare relativi alla 18esima legislatura, che a oggi sono stati ridotti a 129. Quelli da smaltire, relativi alla 17esima, erano 313. Oggi sono 58. L’obiettivo della riunione tecnica, presieduta dal sottosegretario Garofoli e alla quale hanno partecipato i capi di gabinetto dei Ministeri, è ridurre il più possibile tutto quanto ancora non è stato concluso, in modo da dare un pò di ossigeno a un’Italia che ha bisogno di crescere. Soltanto così si potranno limitare le conseguenze di una crisi energetica senza precedenti e su cui è basilare l’apporto di tutti. Chi vincerà le elezioni non potrà fare a meno di Draghi, ormai sempre più indispensabile.

L’inverno si avvicina, ma Draghi continua a perdere tempo. Slitta il Consiglio dei Ministri previsto nel pomeriggio di ieri. Mentre Palazzo Chigi non intende commettere errori su un provvedimento a cui è legata la sopravvivenza di migliaia di imprese, gli effetti delle sanzioni inflitte alla Russia, dopo l’attacco all’Ucraina, preoccupano e non poco gli italiani. Gazprom comunica che, dal 31 agosto al 3 settembre, sarà chiuso il gasdotto Nord Stream, canale fondamentale di rifornimento per il nostro Paese. La ragione del blocco sarebbero i lavori di manutenzione previsti per l’unità di pompaggio. Le rassicurazioni provenienti dal Cremlino, però, non lasciano dormire sogni tranquilli a chi oggi si trova a guidare il Paese in uno dei suoi momenti più difficili. Se in Francia i rincari sono al 4 per cento, qui sono al 500 per cento. Tantissime le Pmi che già dal prossimo mese potrebbero trovarsi ad abbassare la saracinesca a causa di bollette insostenibili. Non bastano le dichiarazioni provenienti dal Cremlino che si dichiara “sempre pronto a onorare i suoi obblighi per le forniture” a imporre rallentamenti nel realizzare il cosiddetto piano salva autunno. Le dichiarazioni del portavoce di Putin Peskov, anzi, devono far riflettere considerando che egli stesso ritiene “difficili da capire e impossibili da spiegare” le sanzioni imposte alla Russia dall’Europa dopo il conflitto in Ucraina. La voce di Mosca si rivolge addirittura ai cittadini, sostenendo come la politica, schierandosi con Kiev, sta costringendo i propri cittadini a pagare il prezzo più alto delle guerra.

Ecco perché rapidità e strategia continentale unica devono essere le priorità da adottare in un momento che mai si era verificato nella storia. Un messaggio lanciato a chiare lettere dalla stessa presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, intervenuta al Baltic Sea Energy Security Summit di Copenhagen: “I prezzi dell’energia stanno battendo record dopo record. Le conseguenze per le famiglie e le imprese non sono sostenibili. Dobbiamo affrontare il problema insieme e con urgenza. I prezzi dell’elettricità alle stelle stanno mettendo in evidenza, per diversi motivi, i limiti del nostro attuale disegno del mercato elettrico, sviluppato in circostanze completamente diverse”. Per tale ragione Bruxelles sta lavorando a un intervento di emergenza e a una riforma strutturale del mercato dell’energia elettrica. La presidentessa della Commissione Ue, però, non esclude una linea dura nel caso in cui i rifornimenti al continente fossero a rischio. Von der Leyen, comunque, non intende creare allarmismi, considerando che il caldo non durerà ancora per molto: “Abbiamo raggiunto una media nell’Unione Europea di riempimento degli stoccaggi dell’ottanta per cento, quindi sostanzialmente abbiamo già raggiunto l’importo che abbiamo concordato per quest’anno. Si tratta certamente di una buona notizia”.

Per dare fiato agli italiani, intanto, con un decreto ministeriale Mef-Mife, dovrebbe essere varata la proroga dello sconto sui carburanti, in scadenza il 20 settembre. I prezzi alla pompa non dovrebbero decollare fino al 5 ottobre. Il tutto verrà finanziato con l’extragettito Iva di luglio, considerando che ancora non si conosce quello di agosto. Prosegue, intanto, senza sosta, il lavoro sul Pnrr. A oggi sono stati adottati 1260 provvedimenti, di cui 532 solo negli otto mesi del 2022. Il governo aveva ereditato dai precedenti esecutivi 679 provvedimenti da adottare relativi alla 18esima legislatura, che a oggi sono stati ridotti a 129. Quelli da smaltire, relativi alla 17esima, erano 313. Oggi sono 58. L’obiettivo della riunione tecnica, presieduta dal sottosegretario Garofoli e alla quale hanno partecipato i capi di gabinetto dei Ministeri, è ridurre il più possibile tutto quanto ancora non è stato concluso, in modo da dare un pò di ossigeno a un’Italia che ha bisogno di crescere. Soltanto così si potranno limitare le conseguenze di una crisi energetica senza precedenti e su cui è basilare l’apporto di tutti. Chi vincerà le elezioni non potrà fare a meno di Draghi, ormai sempre più indispensabile.


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