Economia

L’Ue approva nuovi dazi doganali contro Russia e Bielorussia

di Redazione -


Il Parlamento europeo ha approvato una nuova misura economica destinata ad accrescere la pressione su Vladimir Putin: l’introduzione di dazi doganali su una vasta gamma di prodotti agricoli e fertilizzanti provenienti da Russia e Bielorussia. La decisione, formalizzata con l’approvazione dell’Eurocamera, rappresenta un ulteriore tassello nella strategia dell’Unione europea per indebolire la capacità economica del Cremlino di finanziare la guerra in Ucraina. Le nuove tariffe prevedono un aumento del 50% sui prodotti agricoli russi e bielorussi finora non soggetti a dazi aggiuntivi. I beni coinvolti includono zuccheri, aceto, farine e mangimi. Sul fronte dei fertilizzanti, viene introdotto un dazio iniziale del 6,5% cui si aggiungeranno, nel biennio 2025-2026, tariffe comprese tra 40 e 45 euro a tonnellata, con un incremento progressivo fino a 430 euro per tonnellata entro il 2028. Bruxelles ha giustificato la misura sostenendo che i ricavi derivanti dall’esportazione di fertilizzanti, in particolare a base di urea e azoto, contribuiscono direttamente al finanziamento della macchina bellica russa. Un’accusa fondata anche sull’aumento registrato nelle importazioni europee di questi prodotti dalla Russia nel corso del 2024, nonostante la guerra in corso. La mossa dell’Ue ha però acceso nuove tensioni politiche sia all’interno dei singoli Stati membri sia nei rapporti internazionali. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha reagito duramente all’annuncio dei dazi doganali, accusando l’Europa di “darsi la zappa sui piedi” e affermando che Mosca troverà facilmente mercati alternativi. Ma al di là della retorica, il danno economico per la Russia potrebbe essere significativo, considerando la rilevanza strategica del comparto agroindustriale nel suo export. In Italia, la decisione ha spaccato la maggioranza di governo. Forza Italia ha votato a favore, in linea con il Partito Democratico e Alleanza Verdi-Sinistra, rinsaldando il sostegno a Kyiv. Fratelli d’Italia, pur condividendo la necessità di sanzioni, si è astenuta, dopo che un suo emendamento volto a introdurre clausole di salvaguardia per le imprese agricole europee è stato respinto. Più netta l’opposizione della Lega, che ha votato contro, paventando gravi ripercussioni per il settore primario italiano. Contrari anche i Cinque Stelle tra le file dell’opposizione. Il regolamento è stato comunque approvato con larga maggioranza: 411 voti favorevoli, 100 contrari e 78 astensioni. Ora spetterà alla Commissione europea individuare fornitori alternativi per fertilizzanti e materie prime agricole a costi sostenibili, così da evitare nuove impennate dei prezzi per gli agricoltori. A lanciare l’allarme è Confagricoltura: “I dazi sui fertilizzanti preoccupano seriamente il comparto. Il divieto di utilizzare quelli a base di urea nella Pianura Padana è insostenibile in queste condizioni di mercato”. L’Europa, dunque, si trova ancora una volta a dover bilanciare l’obiettivo politico di indebolire la Russia con l’esigenza di tutelare le proprie filiere produttive interne, già provate da crisi energetiche, rincari e instabilità globale.


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