Politica

L’Ue e il modello Cuccia, così ci fregheranno ancora

di Fabio Dragoni -


“Le azioni si pesano e non si pesano e non si contano” era solito dire Enrico Cuccia. Espressione efficace e corrosiva con cui il banchiere siciliano trapiantato a Milano e patron di Mediobanca -vero crocevia e salotto buono del capitalismo italiano- esprimeva un concetto semplice: un Silvio Berlusconi col 12 per cento del capitale dentro una società era giusto che contasse di meno rispetto ad un Giovanni Agnelli che di quell’azienda magari aveva solo il 7 per cento. Come si declinava poi in pratica questo autentico manifesto dell’aristocrazia capitalista?

Con i cosiddetti patti di sindacato; accordi fra azionisti (definiti in legalese parasociali) con cui più azionisti coalizzavano le proprie partecipazioni si da avere in assemblea quella voce in capitolo che consentiva loro di governare e dirigere la società. Loro stavano seduti nella stanza dei bottoni e comandavano. Gli altri soci stavano in piedi fuori ed aspettavano.

È più o meno questo quello che hanno in testa coloro che sognano il superamento del principio dell’unanimità in seno al Consiglio Europeo volendo appunto traghettare la governance dell’UE verso il modello Mediobanca. Lo dico molto sinteticamente: è un oltraggio. Alla democrazia ed alla sovranità dei popoli. Si aprirebbe la strada cioè ai patti di sindacato che potrebbero imporre agli stati che non sono d’accordo decisioni che questi non intendono adottare. Un barbaro ed osceno superamento del principio democratico dove altri stati coalizzati potrebbero imporre la volontà a quelli che stanno fuori dalla stanza dei bottoni.

Un disgustoso metodo per arrivare al superstato europeo che imponga la volontà degli illuminati sugli altri e sui tanti. Un vero e proprio attentato alla nostra Costituzione perché prefigura lo scioglimento in acido della nostra Repubblica all’interno di un coacervo distopico chiamabile Stati Uniti d’Europa che però somiglia molto di più all’Unione Sovietica Europea. L’articolo 139 della nostra costituzione vieta esplicitamente che si possa superare la forma repubblicana per via democratica. Figurarsi quello che hanno in testa gli europeisti in servizio permanente ed effettivo che invece immaginano di arrivare alla costituzione del superstato europeo senza passare neppure dal voto.

Nel frattempo, l’obesità affligge l’Ue. Un continuo allargamento del numero degli stati aderenti è visto dalla propaganda come segno del successo. Ma in realtà non si fa che aggiungere confusione alla confusione e povertà alla povertà. L’obiettivo è quello di passare da 27 a 37 stati. I nuovi membri del club saranno ovviamente tutti beneficiari netti. Verseranno cioè all’Ue meno soldi di quanti ne incassano. Uno di questi, l’Ucraina, avrà bisogno di 500 miliardi per essere ricostruito. Se toccasse all’UE l’Italia dovrebbe versarne fra 80 e 90. Sarà meraviglioso chiedere agli italiani questi soldi mentre dall’altra gli si dice di andare in pensione ad ottanta anni. L’obesità porta all’infarto. Questo il destino dell’Unione Europea.


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