Politica

L’ultima capriola di Bonaccini il caso Giarrusso e le “Iene”dem

di Edoardo Sirignano -

STEFANO BONACCINI PRESIDENTE REGIONE EMILIA ROMAGNA E CANDIDATO SEGRETARIO DEL PARTITO DEMOCRATICO


Bonaccini arruola tutto e il contrario di tutto. Stefano, pur di vincere le prossime primarie, imbarca chiunque. Ecco perché, dopo aver intonato Bella Ciao, aver sperato nel fascino degli intramontabili Ray-Ban, bussa alla porta dei grillini. I pentastellati, quelli veri, d’altronde sono schierati dalla parte di Schlein. Goffredo Bettini ne sa qualcosa. Ecco perché investire su chi è in cerca di riscatto, su chi intende prendersi una rivincita.

La Iena

L’ultima novità del viceré di Modena si chiama Dino Giarrusso. Pur tirandosela e diffondendo dichiarazioni come “chieda scusa al nostro partito”, il governatore ha già deciso: vuole tra le sue file chi fino a ieri parlava del modello Emilia come qualcosa di inimitabile, di chi utilizzava ogni possibile cinguettio per screditare Letta e compagni. Ecco perché il pentastellato, che sognava di diventare presidente della Sicilia, è il volto giusto per rilanciare il Pci, da cui dice ora di ispirarsi. Basta la parolina “sinistra”, d’altronde, a queste latitudini, per aprire tutte le porte. Le parole della nota canzone di Morandi, in vista di un testa a testa al secondo turno, sono indispensabili.

Le api volanti

Non passa, d’altronde, qualche ora dalla nota dell’europarlamentare, per far smuovere un altro big del mondo giallo.Luigi Di Maio sarebbe pronto a sposare la causa del Nazareno. Quest’ultimo dice “che non entrerà nella casa dem”, ma in questo caso le giravolte sono all’ordine del giorno. C’è già chi parla di piano silenzioso per chi è solo alla ricerca di sponsor. Non si può fare, d’altronde, l’inviato Ue nel Golfo Persico senza amici nell’Europa che conta. Non basterebbe neanche il Draghi di turno. L’ape regina, quindi, potrebbe tornare a volare e il primo a seguirla sarebbe l’ex ministro allo Sport Vincenzo Spadafora.

L’indignazione del cinema e non solo…

La strategia di Stefanone non sembra essere gradita al piccolo e grande schermo. Dopo il re delle fiction Lino Guanciale, che si fa nominare portavoce della mozione Schlein in Abruzzo, una nuova batosta per Bonaccini arriva da Alessandro Gassman. L’italiano, che con i suoi ruoli ha conquistato Hollywood, senza utilizzare giri di parole, dopo la notizia di una possibile adesione di Giarrusso, afferma di non poter continuare a votare “un partito che continua a essere riempito di individui che non sono richiesti e che nulla hanno a che fare con l’idea iniziale. Un continuo cavallo di Troia lontano dai problemi reali e dal futuro delle nuove generazioni”. L’ex volto di Mediaset, però, non piace neanche a chi prima frequentava le stanze della Leopolda. Ad alzare la voce, in casa del viceré di Modena, non è uno qualunque, ma Dario Nardella, il primo cittadino di Firenze che ha fatto un passo indietro per rendere il cammino più facile al collega amministratore. “Qualcuno – sostiene – intende salire sul carro del vincitore”.

Arriva Zinga

Un’ulteriore batosta per il designato dai sondaggi è la discesa di Nicola Zingaretti. Il presidente della Regione Lazio abbandona il condizionale. Sarà al fianco di Elly. “Andrò all’evento di Schlein – scrive su Facebook – per sostenerla. Dobbiamo tornare a costruire speranza. Per farlo questo partito deve avere il coraggio di cambiare”. Dopo Bettini e Orlando, una presa di posizione che mette sotto scacco il mondo progressista. Tutti sanno che il fratello di Montalbano è l’uomo delle piazze, l’unico che quando Letta insegnava in Francia era in grado di dialogare con i nuovi compagni di Conte. Bonaccini, quindi, è a un bivio: lasciare i panni del proletario per sposare nuovamente e in modo definitivo la Leopolda oppure continuare sulla rinascita della cosa rossa.

Il consiglio dello sceriffo

Più di una semplice indicazione, in tal senso, arriva da Vincenzo De Luca. Quest’ultimo metterà a disposizione di Stefano i suoi migliori generali (in cambio di una poltrona per il figlio Piero), ma allo stesso tempo avverte chi vuole rivoltare il Pd: “Si spunti la barba, tolga gli occhiali e via la pochette”. L’ex sindaco di Salerno, l’uomo dei lanciafiamme, sa benissimo che questo stile non piace al popolino. Stiamo parlando di chi sente il pericolo da lontano, soprattutto quando si aprono le porte. L’ultimo appello di Elly vale più di mille parole: “Iscrivetevi entro domani per cambiare il Pd”. Tra poche ore, infatti, termina la possibilità di partecipare alla prima fase delle primarie. Un allargamento potrebbe essere dannoso per un mondo basato sui soliti noti, sui circoli. Il timore maggiore è il ritorno di una base, sulla quale non c’è sondaggio che tenga.

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