Economia

L’urlo degli allevatori piemontesi: “Fate presto contro peste suina africana”

di Giovanni Vasso -


“E’ urgente che il Ministero della Salute e quello delle Politiche Agricole diano attuazione al Decreto Sostegni Ter affinché vengano garantiti ed erogati in tempi brevi i fondi stanziati a favore delle imprese che devono far fronte alle prescrizioni delle Asl, investendo per tutelare gli allevamenti dalla Peste Suina Africana”. Parole e musica di Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale rispetto ai punti più urgenti da affrontare vista l’emergenza in atto, esposti durante l’incontro con l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi.

I dirigenti Coldiretti hanno aggiunto: “Come serve una forte pressione dell’assessorato alla Sanità affinché l’assessorato all’Agricoltura predisponga quanto prima nuovi piani di contenimento dei cinghiali attuando un efficace depopolamento che, per la nostra Regione, significa arrivare ad abbattere circa 50 mila cinghiali. Un obiettivo raggiungibile solo con regole nuove e omogenee in tutta la Regione.

E ancora: “il decreto Sostegni Ter istituisce il “Fondo di parte capitale per gli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza”, con una dotazione di 15 milioni di euro per l’anno 2022 ed il “Fondo di parte corrente per il sostegno della filiera suinicola”, con una dotazione di 35 milioni di euro per l’anno 2022.

“Servono politiche coordinate a livello ministeriale e regionale per superare e snellire le procedure al fine di agevolare l’attività delle imprese che in questo momento sono, anche se ricordiamo che fortunatamente non ci sono contagi nei nostri allevamenti, fortemente toccate dalla problematica poiché, come abbiamo già denunciato, ci sono già macelli che, in via cautelativa, non stanno ritirando nessuna partita di suini provenienti dal Piemonte”. Infine Moncalvo e Rivarossa hanno concluso: “Dunque, non solo servono le risorse per far fronte ai danni economici provocati dalla macellazione dei capi, ma anche per sostenere le aziende nel periodo in cui non potranno rinnovare il proprio allevamento”.


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