Cronaca

Lutti e debiti: il 25% della popolazione ha pensato al suicidio durante la pandemia Indagine shock della Fondazione “SoleTerre”

di Redazione -


Hanno dovuto vendere la casa per ripagare i debiti causati dalla chiusura della loro azienda, hanno visto morire i loro fidanzati, genitori o amici e vivono costantemente in una situazione di panico e ansia. Sono alcune delle risposte che hanno dato i primi partecipanti, a quasi un mese dalla partenza, della rilevazione nazionale ‘Covid-19 e benessere psicologico’ promossa da Fondazione Soleterre. Il 60,7% dice di aver sperimentato o vissuto un evento traumatico. Alla richiesta di esplicitare quale tipo di evento traumatico le risposte hanno riguardato per il 22,3% la morte di un familiare o di un amico molto stretto, per il 10,7% la perdita del lavoro, per l’8,6% la malattia propria o di un familiare. L’indagine è stata condotta su campione opportunistico dal 12 aprile al 5 maggio, ed è composta da 39 domande a cui hanno risposto 278 persone per il 66,19% maschi e per il 33,45% femmine, con un’età media di 37 anni. Il 51,25% è celibe/nubile e il 43% è coniugato. “Un elemento che ci ha colpito – dice Damiano Rizzi, presidente di Fondazione Soleterre e psicologo clinico – è relativo al pensiero di suicidarsi che molti dei rispondenti hanno manifestato. Alla domanda specifica ‘Hai pensato seriamente di farti del male?’, che testa l’ideazione suicidaria, il 25% del campione ha risposto in modo affermativo (l’11,79% ha risposto di averlo pensato meno di 1 o 2 giorni, l’8,02% alcuni giorni, il 4,25% più della metà dei giorni e lo 0,94% tutti i giorni). I dati in letteratura invitano sempre alla prudenza quando si parla di tassi di suicidio”. “In uno studio pubblicato sul British Medical Journal a marzo 2021 si afferma che è complesso stabilire se i livelli di suicidio sono aumentati o meno durante la pandemia poiché i sistemi di monitoraggio statali non sono abbastanza integrati e veloci – afferma -. In media occorrono circa 6 mesi e un lavoro pro-attivo da parte di chi intende conoscere il dato, per registrare i tassi di suicidio”. “Per questo dovremmo finanziare ricerche capaci di restituire una fotografia in tempo reale dello stato di bisogno della popolazione, compresa l’ideazione suicidaria, per prevenire in tempo e intervenire creando occasioni di supporto psicologico in caso di necessità – sottolinea -. Oggi parte la European Mental Health Week promossa dalla ONG Mental Health Europe: auspichiamo sia un’occasione per mettere la salute mentale in cima alle priorità individuali e collettive. In attesa che in Italia si muova il Governo, Fondazione Soleterre ha da mesi iniziato un lavoro di tutela della salute mentale della popolazione grazie alla creazione di una rete di psicologi attiva in 14 regioni italiane. Senza costare 1 euro al Sistema Sanitario Nazionale”.

Giorgia Biordi

 


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