Esteri

“M1 Abrams? No, thanks” E Zelensky resta senza carri

di Redazione -


di NICO BOVE
Berlino continua a temporeggiare sull’invio dei carri armati Leopard a Kiev. Anche Boris Pistorius, il nuovo ministro della Difesa, ha frenato dopo lo slancio iniziale, precisando che occorre prima una verifica delle disponibilità. A margine della riunione dei ministri della Difesa dei Paesi alleati a Ramstein, Pistorius ha ammesso che la Germania non ha ancora maturato una decisione definitiva. “Non c’è un parere unanime. Ci sono buone ragioni a favore delle forniture e buone ragioni contro”, ha dichiarato il ministro.
L’eventuale consegna all’Ucraina dei carri armati di produzione tedesca non è legata a quella degli M1 Abrams da parte degli Stati Uniti. Lo ha chiarito un portavoce del governo di Berlino, Steffen Hebestreit. “In alcun momento, ha sottolineato il portavoce, c’è stato un legamento o una richiesta che una delle due cose debba avvenire perché l’altra possa succedere”. Hebestreit ritiene “difficile immaginare un cancelliere tedesco dettare condizioni o fare richieste a un presidente americano”. In ogni caso, ha avvertito, “è importante un’azione coordinata”. Il Pentagono, dal canto suo, vuole che a sobbarcarsi l’onere delle forniture siano solo gli altri. “Gli Abrams sono un equipaggiamento molto complicato. Sono costosi. L’addestramento al loro uso è difficile. hanno un motore a reazione”, ha spiegato Colin Kahl, uno dei principali consiglieri di sicurezza del Dipartimento della Difesa Usa.
A conti fatti, finora solo Londra ha soddisfatto le richieste degli ucraini. Polonia e Finlandia si sono dette pronte ad inviare i loro Leopard, ma per farlo devono avere il permesso di chi glieli ha venduti.
A “bloccare” Scholz, sono il timore di un’escalation del conflitto e le perplessità dell’opinione pubblica. Secondo i sondaggi, solo il 25% dei tedeschi ritiene che il loro governo non mandi abbastanza armi all’Ucraina, il 26% pensa ne siano state fornite già troppe, mentre il 41% è soddisfatto dell’attuale livello.
Il presidente della Germania, Frank-Walter Steinmeier, difende la linea “cauta”. “Naturalmente, qualsiasi politico responsabile deve anche affrontare la questione di quando e in quali circostanze potrebbe verificarsi una drammatica espansione del conflitto. Questo fa parte di ciò che deve essere preso in considerazione, così come la valutazione delle conseguenze di una mancanza di sostegno”, ha affermato Steinmeier, citato da “Wirtschaftswoche”.
La Polonia è pronta ad intraprendere azioni “non standard” nel caso la Germania opponesse un rifiuto all’invio dei tank. Ad annunciarlo, intervenendo sull’emittente Rmf Fm è stato il viceministro degli Esteri polacco Pawel Jablonski. “Credo che se vi sarà una forte opposizione, saremo pronti ad intraprendere anche una simile azione inusuale, ma non anticipiamo i fatti”, ha rivelato Jablonski rispondendo alla domanda se considerasse possibile la fornitura di tank a Kiev anche in presenza di un’opposizione della Germania.
Pressioni anche dall’Estonia. Il ministro della Difesa Hanno Pevkur ha detto di essere “più che sicuro” che la Germania non fermerà l’invio dei suoi gioielli in Ucraina “né oggi né nei prossimi giorni”. Intervistato dalla radio della Bbc, Pevkur ha aggiunto di essere anche “più che sicuro che la Germania non fermerà nessun altro paese pronto a contribuire con i carri armati”.

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