Macroniani d’Italia: nasce Lde, lo svuota Pd
Macroniani d’Italia, ovvero come ti svuoto il Pd. È stata presentata ieri mattina a Bologna il simbolo dei Liberali e democratici europei. Che porta, in Italia, il progetto politico “pigliatutto” grazie al quale, in Francia, Emmanuel Macron ha svuotato quanto restava del Partito socialista ed è stato eletto, per ben due volte, all’Eliseo. I quattro fondatori dell’iniziativa partitica sono Giuseppe Benedetto, Alessandro De Nicola, Oscar Giannino, che torna in politica dopo la parentesi controversa di Fare per fermare il declino, e Sandro Gozi, l’eurodeputato italiano eletto in Francia proprio tra le fila macroniane. Insieme a loro, un esercito di centristi. Che, da destra o da sinistra, potranno dare un aiuto alla costruzione di una formazione politica che ambisce, superando gli steccati ideologici dal centro, a governare il Paese. Le battaglie e gli obiettivi politici, infatti, appaiono perfettamente bilanciati nel solco dei “moderati”. I lavori sono stati inaugurati nel nome di Enzo Tortora, quindi con un riferimento netto alla lotta al giustizialismo. Tra gli slogan lanciati, quelli che ammiccano a sinistra come “meno spesa” e “meno debito”, ma anche a destra come il vecchio tormentone berlusconiano del “meno tasse”. In sala, all’Unahotel di San Lazzaro di Savena, tra gli altri, c’erano Raffaella Paita, Giulia Pastorella, Luigi Marattin, Enrico Costa, Maria Stella Gelmini, Benedetto Della Vedova, e il presidente dell’eurogruppo Alde, Ilhan Kyuchyuk. Sono ottimisti. Saranno soltanto i primi di una serie di rappresentanti delle istituzioni che potrebbero aderire al progetto. Il presidente di Lde sarà Andrea Marcucci. Che ha le idee chiare: “Il nostro obiettivo è quello di rafforzare nei prossimi mesi la presenza dei liberali nella politica italiana, in vista delle elezioni europee del prossimo anno. Vogliamo arrivare preparati all`appuntamento elettorale e costruire una lista unitaria che tenga dentro tutte le forze liberal-democratiche che in Europa aderiscono alla famiglia di Renew Europe. Non sarà una sfida semplice, ma siamo pronti e vogliamo fare la differenza”.
Non sarà semplice ma le condizioni ci sono. C’è Forza Italia che, con la scomparsa del leader Berlusconi, è al bivio. E ci sono molti parlamentari, tra le fila azzurre, che vorrebbero evitare di essere fagocitati dalla destra di Meloni o di Salvini. Ma, soprattutto, ci sono i centristi e i riformisti del Pd. Che, in questi giorni, sono ai ferri corti con la nuova segreteria targata Elly Schlein. Il Partito democratico s’è spostato molto a sinistra e ha criticato l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, incurante dei rilievi che arrivavano praticamente da tutti i numerosi amministratori locali, da Nord a Sud, dai sindaci fino ai governatori di Regione, da Beppe Sala fino a Vincenzo De Luca. La partecipazione di Schlein all’iniziativa M5s a Roma, poi, ha finito per scavare un solco insormontabile tra le aree moderate nei ranghi dem e il Nazareno. Inoltre, l’iniziativa potrebbe spingere definitivamente all’angolo anche Carlo Calenda. Non è un mistero che Macron abbia scelto, tra i suoi sodali, l’ex premier Matteo Renzi. Che, peraltro, nei giorni scorsi avrebbe rassicurato alcuni big di Forza Italia della sua volontà di “rompere le scatole a Meloni”. Facendo, così, una sponda politica decisiva che l’amico e alleato Macron potrebbe giocarsi sui tavoli europei (e non solo), tanto sui numeri in Ue quanto sulla politica interna in Italia.
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