Ecco come le forze di polizia si addestrano ad affrontare la violenza belle città
Il grave episodio di doppia violenza sessuale ai danni due adolescenti avvenuto a Sesto San Giovanni ha riportato in primo piano la sicurezza urbana. Solo una questione di ordine pubblico? Gli esperti dicono di no. E in uno studio destinato al perfezionamento delle forze di polizia viene detta a chiare lettere l’esigenza di una svolta all’insegna delle nuove tecnologie, per fare safe city le città finora divenute “smart e intelligenti”.
La doppia violenza sessuale a carico di due ragazzine
Nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, nella periferia del capoluogo lombardo due adolescenti, una di 15 e una di 16 anni, mentre stavano rientrando a casa in assenza temporanea dei genitori, sono state seguite nell’ascensore condominiale da un uomo di 40 anni.
L’uomo le ha prima minacciate con un cacciavite per poi costringerle ad entrare all’interno dell’abitazione. Sotto questa minaccia, le ha costrette a subire ripetutamente atti sessuali e ad assumere alcolici.
Successivamente, temendo il ritorno dei genitori, l’aggressore è fuggito dopo essersi impossessato dei loro cellulari e di alcuni oggetti preziosi. Solo le immediate ricerche dei carabinieri hanno permesso di rintracciarlo e ad arrestarlo mentre vagava in strada, trovandolo in possesso degli oggetti rubati, del cacciavite e di alcune fascette da elettricista.
Un particolare, quest’ultimo, utile ad illustrare compiutamente le sue intenzioni se non addirittura, forse, come abbia già in precedenza utilizzato questi strumenti per compiere atti simili. Reati che, ampiamente, disegnano il quadro del rischio subito nei centri urbani. Un episodio che ha suscitato grande scalpore e ha richiamato nuovamente l’attenzione sul tema della sicurezza urbana nelle aree metropolitane come Sesto San Giovanni.
Le città più pericolose in Italia
Le città con il più alto tasso di criminalità sono Milano, Roma, Firenze, Rimini, Torino, Bologna, Prato, Imperia, Venezia, Livorno. Grandi e medie città, tutte contrassegnate da un grado di sicurezza urbana continuamente messo a rischio. Milano guida la classifica delle città più a rischio nel 2025 per tipologie di reato quali furti, rapine, scippi e violenze sessuali, con un aumento del 3,5% rispetto all’anno precedente.
Sicurezza urbana, una esigenza talvolta in maniera frettolosa posta in immediato collegamento con la classica domanda di “ordine pubblico”, ancor più frettolosamente posta in chiave di polemica, nelle città, tra diverse coalizioni di opposto colore politico solo ai fini di contrasto con chi, nelle amministrazioni locali, governa il territorio, all’atto di episodi di violenza.
Lo studio
Il colonnello Lorenzo Ceccarelli, in un recentissimo studio significativamente intitolato agli spazi urbani ma pure alla percezione e alla narrazione della sicurezza, chiarisce come il tema non “possa essere relegato ad esclusiva questione di ordine pubblico o di fenomeni sociali, secondo l’approccio classico, che vede la soluzione al disordine attraverso l’intervento delle forze di polizia o l’approccio sociale, che incentra lo sforzo sulla necessità di risolvere i fattori di disagio sociali”.
Ed evidenzia l’emergere di “un terzo approccio, quello ambientale, orientato più alla prevenzione dei crimini mediante azioni sull’aspetto fisico-funzionale dello spazio”.
Da smart city a safe city
Nello stesso studio, non a caso destinato alla Scuola di perfezionamento delle forze di polizia del nostro Paese, il francese Fabrice Ars, esperto di tecniche di sicurezza, guarda al necessario passaggio dalle smart city (una definizione non a caso utilizzata in Italia per “città intelligenti” come Milano, votate alle tecnologie avanzate), alle safe city ove proprio le tecnologie vanno indirizzate alla sicurezza: intelligenza artificiale, telecamere, big data, riconoscimento facciale e delle targhe.
Da qui, l’indispensabilità della “accettabilità sociale” di queste misure. Che devono essere percepite come legittime, efficaci e condivise dalla comunità. Qui gli attori in campo, oltre ai cittadini, sono proprio coloro che li rappresentano. Questa, la sfida della politica per la sicurezza urbana.