Politica

Matteo Salvini cerca di ricompattare la coalizione di centrodestra.

di Ilaria Paoletti -

Matteo Salvini in una foto di archivio. ANSA/GIUSEPPE LAMI


“I referendum sono conquiste liberali, moderate – ha detto il leader della Lega – e sarebbe molto bello se il Centrodestra ripartisse dalla spinta riformista di questi referendum che si fondano sul merito e sulla modernità, per una coalizione che guarda avanti”. “Un Centrodestra unito – ha aggiunto Salvini – darebbe una bella prova di sé. Non penso a dei comitati di centrodestra per il sì a fare campagna referendaria, ma un un Centrodestra compatto, che ottiene risultati, diviso no”. E a chi gli ha chiesto come gestire la campagna elettorale e quella referendaria ha risposto: “Possiamo essere alleati in tutta Italia per le elezioni, se poi sui quesiti saremo o non saremo d’accordo nessun problema”. E arriva la proposta di un Election Day per i referendum. Una linea sposata anche da Forza Italia, mentre Fratelli d’Italia fa capire che su 2 dei 5 quesiti, voterà no: quello sulla legge Severino e sulle misure cautelari. «Ci sarà in primavera un’occasione storica per un cambiamento epocale, atteso da 30 anni e a decidere saranno solo i cittadini italiani, non la politica e le correnti» afferma il leader della Lega, per il quale il no di FdI non è un problema grave: «Se su due quesiti la pensiamo in maniera diversa, evviva la libertà», anche se «il centrodestra compatto ottiene risultati, diviso no». «Da oggi parte la creazione di comitati per il sì, liberi e senza colori partitici. Vedo oggi pomeriggio gli amici del partito radicale perché sono stati coprotagonisti, ma in tanti hanno dato una mano. Non deve essere un obiettivo mio, ma di 60 milioni di italiani. Ci sono 6 milioni di processi pendenti, ogni famiglia ha a che fare con la giustizia. Non sono referendum contro i magistrati ma che liberano la magistratura dalle correnti».


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