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Maxi rissa in Francia a colpi di coltello e accetta: ucciso un 16enne, fermate sette persone

di Redazione -


La Francia è sconvolta dalla maxi rissa di Crépol nella quale è morto un 16enne, colpito al torace e alla gola. L’estrema destra punta il dito sui ragazzi venuti dai quartieri difficili, che hanno usato coltelli e accette da macellaio. Due giorni dopo i fatti accaduti nel piccolo comune francese del dipartimento della Drone nei pressi di Valenza, nella regione Alvernia-Rodano-Alpi, molti piangono Thomas, il ragazzo ucciso, e sette persone sono state fermate dalle forze dell’ordine per essere interrogate, mentre altri 20 feriti conta il bilancio finale.

Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin è intervenuto in aula all’Assemblée Nationale, la Camera dei Deputati francese: “Quello che è successo è ignobile e inaccettabile. Sette persone sono state fermate nei pressi di Tolosa e l’indagine ci dirà se sono queste le persone responsabili di questo crimine odioso”, sottolinea il ministro spiegando che sono state realizzate complessivamente finora 70 interrogatori in seguito agli eventi a Crépol. “Se queste persone fermate saranno riconosciute colpevoli mi auguro che riceveranno il massimo della condanna”, aggiunge.

Durante la festa di Crépol che riuniva circa 450 persone nella notte tra sabato e domenica, un gruppo di persone è entrato nella sala delle feste in cui si svolgevano i festeggiamenti dopo aver ferito un buttafuori con un coltello. Oltre al sedicenne che è stato ucciso, altre 20 persone sarebbero rimaste ferite di cui tre sarebbero gravi. Un’indagine è stata aperta per omicidio e tentativo di omicidio in banda organizzata.

“C’è stata una vera e propria battaglia, più che una rissa, tra gli aggressori e coloro che hanno avuto il coraggio di affrontarli”, ha spiegato a ‘Le Parisien’ un testimone della violenza. “È stato un bagno di sangue”, ha aggiunto un altro testimone. Il gruppo che ha dato all’assalto, da quello che sembra emergere, era costituito da una quindicina di ragazzi venuti dai quartieri difficili di Romains-sur-Isere, una città a 20 minuti da Crépol. I motivi di questa violenza non sono ancora conosciuti e si potrebbe trattare di una vendetta. O forse il motivo scatenante è stato una frase di troppo tra gli astanti.

Questo nuovo episodio di violenza ha scosso il Paese e sono scoppiate polemiche soprattutto da parte degli esponenti dell’estrema destra francese. “Quello che è accaduto a Crépol non è una semplice ‘rissa’, come dicono i media: è l’effetto di una ferocia che sconvolge le vite e distrugge altre vite. Tutte le mie condoglianze alla famiglia di Thomas, 16 anni, ucciso da questi criminali provenienti dai quartieri difficili”, ha commentato ieri il presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella.

“In Francia vivono due popoli, uno dei quali deve costantemente fuggire dagli attacchi di una fazione sempre più violenta. Deve fuggire non solo dagli attentati perpetrati al grido di ‘Allah Akbar’ ma anche da questo vero e proprio jihad quotidiano che subiscono i francesi”, ha sottolineato il leader dell’ultradestra Eric Zemmour commentando i fatti di Crépol. L’esponente dell’ultradestra nel parlare di “francocidio” parla anche di “guerra di civilizzazione” in corso.


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